Il tuo carrello

Buon compleanno, Internet: sono 25 anni che navighiamo

Oggi Internet compie 25 anni, perché era il 23 agosto 1991 quando la prima pagina di quello che sarebbe diventato “il Web” (questa qui) –>> http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html

L’invenzione della “tripla doppia v” (il www che vediamo davanti alla maggior parte degli indirizzi dei siti) si deve allo scienziato inglese Tim Berners-Lee (sì, quello che adesso è fra i testimonial della… Tim ), che all’epoca lavorava con un contratto a termine per il Cern di Ginevra ed ebbe l’idea di creare uno spazio condiviso per restare in contatto con i colleghi: lo sviluppò insieme con il belga Robert Cailliau a partire dal 1989 (da qui il “bisticcio” delle date sul compleanno di Internet) e lo rese pubblico appunto nell’agosto del 1991.
– il primo “sito” registrato (anche se i siti ancora non esistevano, e nemmeno la Rete) risale al 15 marzo del 1985: è symbolics.com e appartiene a una ditta di Dallas che produce(va) computer;
– nel 1994 nacque Yahoo , che ora sta morendo sotto i colpi di Google e della concorrenza;

– nel 1995 nacque Amazon, il cui logo, con la freccia che va dalla A alla Z, significa che «qui puoi comprare tutto», appunto «dalla A alla Z»;

– il 1998 è l’anno dell’arrivo di Google (foto) , che oggi utilizza sino a 1000 computer contemporaneamente per risponde a ognuna delle nostre ricerche;


per altre informazioni cliccare qui

http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2016/08/23/AS2yJ8zD-navighiamo_compleanno_internet.shtml

Form Group per allestimenti fieristici innovativi in Italia e all’estero

Lazienda Form Group mette il made in Italy al primo posto, offrendo unampia gamma di servizi e prodotti finalizzati ad un allestimento fieristico innovativo ed efficace per qualsiasi evento programmato dal cliente. Puntando dritti allobiettivo, molti creativi e professionisti del settore si impegnano per studiare la soluzione migliore per organizzare una fiera o un evento con i giusti spazi ed attrezzature. La Form Group opera in Italia ma anche su territorio internazionale, curando sia la realizzazione pratica dellevento che le successive strategie di promozione e comunicazione per coinvolgere i visitatori. Dal progetto iniziale alla cura del dettaglio per una forma elegante e dinamica della fiera, la Form Group dona valore al tuo brand, puntando i riflettori sulla tua azienda con grande professionalità e serietà.

Sul portale online di Form Group potete saperne di più e valutare lintera offerta e le infinite possibilità per quanto riguarda allestimenti fieristici personalizzati e di alto livello. Il Gruppo Form offre una consulenza fondamentale per lallestimento di fiere e altri eventi realizzati secondo i valori più alti del made in Italy. Su questo sito potete trovare tutte le informazioni sui servizi offerti, tra competenza e creatività. Creare un allestimento di successo è la parte fondamentale della riuscita di un evento e FormGroup si occupa di tutti gli step di questo processo creativo e produttivo, a livello nazionale e internazionale. I clienti devono rimanere soddisfatti non solo dellorganizzazione pratica degli stand e delle attività previste dal programma dellevento, ma anche della successiva promozione che fa conoscere il marchio e le sue iniziative in tutto il mondo.  FormGroup riesce a valorizzare al meglio il brand di ogni cliente, analizzando con cura le potenzialità e lobiettivo di una fiera e di una manifestazione finalizzata alla promozione di un particolare prodotto o di una realtà.

Realtà Virtuale : Matrix è vicina ?

Chi ha visto la trilogia di Matrix avrà familiarità con queste parole di Morpheus, uno dei protagonisti, :

“Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos’è? Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. Sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è”.
 

Sebbene queste parole rievocano il noto Mito della Caverna di Platone, con queste parole Morpheus cercava di far capire a Neo, appena risvegliato dal mondo digitale quale è Matrix, che tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento altro non era che finzione. Una riproduzione digitale e niente più, solo una rappresentazione, codificata con 0 e 1, della realtà.

Questo film seppur in chiave un po’ fantascientifica, è stato il primo ad arrivare al grande pubblico e ad avere un enorme successo mettendo al centro dell’attenzione i “rischi”, che oggi possono sembrare remoti, di alienare l’uomo dalla realtà ed immergerlo in una mera rappresentazione digitale della stessa.

Si pensi ai social network, Facebook, Twitter o altri servizi web come Street View. Essi sono essenziali oggi nella vita di tutti i giorni. Ci permettono di comunicare con persone lontane da noi all’istante, ci permettono di conoscere posti lontanissimi senza esserci mai stati. Tuttavia ci sfugge che la realtà non è quella che vediamo dietro uno schermo, o meglio, è solo una rappresentazione, digitale appunto, della stessa. Una rappresentazione non tangibile.

La domanda che ognuno dovrebbe porsi è : Cosa ci riserva il futuro ?, Come si evolveranno questi strumenti ?.

Realtà Virtuale : Matrix è vicina ?
Realtà Virtuale : Matrix è vicina ?
È possibile essere informati su un determinato evento e sulla vita di un artista o cantante di cui siamo fan. È la riproduzione digitale di ciò che poco più di 10 anni fa le persone facevano, ma uscendo di casa. L’Oculus Rift in mano a Facebook, cercherà proprio di immergerci in un ambiente completamente simulato e quanto più simile alla realtà. Premetto che io non sono contrario a questo approccio a prescindere, sono contrario però al sostituire la vita reale con quella simulata. È importante pertanto sensibilizzare e rendere consapevoli gli internauti dell’utilizzo che ne fanno. Sono già molti quelli che sono diventati automi da tastiera (e detto da un informatico come il sottoscritto dovrebbe far riflettere).

La mia intuizione è questa, e vedremo tra qualche anno se avrò ragione, :

Tra meno di 15/20 anni l’uso di tecnologie per la realtà virtuale, come l’Oculus Rift, Samsung Gear VR, i sistemi ad ologrammi, o i prototipi di Google, saranno nelle case di tutti e influenzeranno totalemente la vita e le abitudini delle persone. Il problema sarà saper distinguere la vita virtuale da quella reale. E sarà importante far si che la prima non sostituisca la seconda, altrimenti Matrix da film di fantascienza diventerebbe la realtà e a quel punto tornare indietro diventerebbe molto difficile. Una volta che una tecnologia diventa di dominio pubblico ed entra nelle case e nalla vita quotidiana delle persone diventa praticamente insostituibile. Si pensi agli smartphone o ai computer, oggi pensare la nostra vita senza il loro utilizzo è impossibile. Bene è importante che ciò non accada anche con i sistemi di realtà simulata. Anche adesso, occore rendersi conto che la realtà è fuori dalle finestre colorate dei nostri smartphone.

Per un pugno di click

Allegato di posta elettronica

Manuale del lettore informato nell’era dei social network

Negli istanti immediatamente precedenti il primo duello in assoluto della storia degli “spaghetti western” Clint Eastwood pronuncia la mitica frase a Filipero “prepara tre casse”. Era l’inizio degli anni ’60 e Sergio Leone cambiava per sempre la storia del cinema con Per un pugno di dollari. Un titolo emblematico che attirò al cinema milioni di spettatori desiderosi di evadere dal quotidiano, pronti a cercare refrigerio nel selvaggio west cinematografico. Ebbene, proprio come Joe decide di vendersi, per un pugno di dollari, alle due famiglie rivali nel film di Sergio Leone, così l’informazione ai tempi del social decide di vendersi Per un pugno di click. Provo a spiegare meglio come funziona la nuova legge non scritta dell’informatore moderno che può, attraverso internet, mischiare abilmente l’informazione con la pubblicità, in un’apologia dell’opinione che si trasforma, nel migliore dei casi, in una parzialità non dichiarata e nel peggiore in un evento da social network.

Facebook, Twitter e Google Plus riescono a mobilitare centinaia di informazioni, personali o meno e la nuova informazione non poteva rimanerne indifferente. Anche i grandi sistemi informativi si sono dovuti adattare al vincolo temporale che internet (e ancor di più i social network) impongono e così il senso dello scoop che un quotidiano poteva dare va a scontrarsi con le migliaia di siti che anticipano il tutto, il telegiornale delle 20 su quello che un tempo era il Primo Canale, viene sempre più soppiantato da Repubblica.it, Ansa.it, Gazzetta.it, dall’App di Tgcom, o magari soltanto dai bravi giornalisti di SkyTg24, in diretta sempre e comunque. Ma certo, se fosse solo questo, non si potrebbe rimproverare all’informazione di aggiornarsi in tempo reale. Si pensi allo sport e all’ormai rimpianta Serie A di Calcio di un tempo, quando si attendevano le 18 della domenica per vedere Novantesimo minuto con tutti i gol in un’oretta. Ormai l’informazione è in tempo reale e l’utente è anche disposto a pagare per vederla. Fin qui tutto bene (proprio come nel film L’Odio di Mathieu Kassovitz in cui Hubert dice: “Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: <Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.> Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.”. L’atterraggio di questa assurda vicenda in cui è caduta, come vittima e carnefice, la nostra informazione è quello di dover ottenere dei clic sui propri portali per ottenere pubblicità. Per fare in modo che i naufraghi del mare di internet, tra malware e popup, decidano di cliccare sulle loro pagine i moderni giornalisti, figli del copia e incolla, (e magari anche di una buona donna) decidono di condividere il link che contiene la pagina con la notizia da leggere con tanto di titolo e immagine collegata. Qui entra in gioco la nuova tecnica che tanto attanaglia il lettore che si trova alla base della piramide del sapere incagliato tra informazione e scorrettezza di chi ha necessità di aver quel pugno di clic in più del blog rivale, affinché l’imprenditore di turno possa dargli il pane per altri 20 giorni.

Come attirare il naufrago medio del mondo dei social network? Promettendo di dargli qualcosa in più, un po’ tipo il 3×2 al supermercato, o la raccolta punti dei distributori di benzina. Come può la stessa notizia attirare più lettori possibili? Con due sistemi: uno che riguarda l’immagine da allegare all’articolo, spesso fuorviante e fuori luogo, e l’altro che riguarda un titolo generico, falsato, tagliato e perché no anche esagerato. Così quello che su un quotidiano locale che si rispetti sarebbe stato un banale tamponamento, sul nostro portale di pseudo notizie diventa tutt’altro. Proviamo ad immaginare che il titolista del Corriere di Roma possa aver trattato la notizia così “Paura per un incidente in Via Napoli” con un occhiello che racconti “Il tamponamento è accaduto alle 13 di ieri” e un catenaccio che continui: “Lievemente ferito l’autista della Fiat Punto”. A tutto questo, il giornalista che ha scritto con calma la notizia, avrebbe aggiunto nel migliore dei casi una foto dell’incidente, o magari una più generica della strada in cui è avvenuto. Sul link che ha bisogno di centinaia di clic per sopravvivere ancora un po’ la notizia diventa: “INCREDIBILE! Un ferito nell’incedente avvenuto in via…” con tanto di foto di un’auto capovolta. A quel punto anche il più avveduto dei naufraghi sarà portato a scegliere di cliccare, attratto dall’immagine, o magari dal titolo, o peggio ancora dalla parola “incredibile”. Qualcuno si chiederà quale sarà poi il contenuto dell’articolo. La risposta è semplice: poche righe scritte male, magari sbagliando i congiuntivi, confondendo palatali e dentali, dimenticando h e accenti qua e là. Eppure dal momento in cui il povero naufrago avrà cliccato, magari anche solo per curiosità, magari anche solo per dire che quell’articolo fa schifo, il nostro pseudo informatore avrà guadagnato il proprio pane quotidiano. Ma proviamo ad analizzare l’esempio di cui sopra: INCREDIBILE è l’amo a cui abbocca il nostro naufrago, ma può essere sostituito anche da ESCLUSIVO, ASSURDO, DA NON CREDERE, E’ SUCCESSO DAVVERO, e così via. Si tratta di una serie di parole che da sole descrivono la falsità della notizia. Se prendessimo un qualunque dizionario di lingua italiana, o magari anche solo se cercassimo sui vari dizionari online, il significato delle parole appena scritte ci imbatteremmo in una serie di spiegazioni che riguardano un qualcosa che poco ha a che fare con l’incidente in questione. Sul sito www.treccani.it: “incredìbile agg. [dal lat. incredibĭlis]. – 1. Non credibile, difficile a credersi. In che maniera il nostro banale incidente è difficile a credersi?

esclusivo agg. [dal lat. mediev. exclusivus, der. di excludĕre «escludere»]1. Che tende a escludere o ha forza di escludere: clausola e.; diritto e., che compete a una sola persona o ente, escludendo tutti gli altri dall’esercizio del diritto medesimo; modello e., lo stesso che modello in esclusiva. Riferito a persona, che afferma o giudica troppo recisamente, ritenendo buone soltanto le opinioni proprie e fallaci quelle altrui: non si può ragionare con lui, è troppo esclusivo. 2. Nella logica, proposizione e., la proposizione velatamente composta (equivalente cioè a due proposizioni) che attribuisce il predicato a un soggetto e a quello solo: per es. «non c’è che un Dio»; frase che equivale a due proposizioni: «c’è un Dio» e «non ce ne sono altri». 3. Sul modello dell’ingl. exclusive, riferito ad ambiente (circolo, club, ecc.) la cui frequenza è limitata a determinate persone, di solito a persone particolarm. agiate o raffinate. ◆ Avv. esclusivaménte, escludendo tutto il resto o tutti gli altri, in modo assoluto, solamente, unicamente: l’ingresso è riservato esclusivamente ai soci. …” qui ci si imbatte in ben tre significati diversi ma quello che ci interessa riguarda il fatto che la notizia del banale incidente su via Napoli il nostro cacciatore di click la sta spacciando per unica. Per rendere l’idea, nel giornalismo deontologicamente corretto, Esclusivo significa “che ho solo io”. Per parlare di Gossip ad esempio, le foto del matrimonio di George Clooney sono state vendute, in ESCLUSIVA, per la modica cifra di cinque milioni di dollari alla rivista Vogue. Il noto periodico potrà, senza ombra di dubbio, titolare: ESCLUSIVA, Tutte le foto del matrimonio dell’anno. Per non parlare di ASSURDO o DA NON CREDERE e via dicendo.. Peggio di tutte è la frase di apertura E’ SUCCESSO DAVVERO, come se si volesse dire tutto quello che vi hanno detto fino ad oggi era fantasia, ma questa no, questa è successa davvero.

Altri sceglieranno di cliccare per vedere l’immagine dell’auto capovolta trovata su Google Immagini e magari firmata con tanto di copyright come se appartenesse al sito. Qui c’è poco da commentare: l’immagine è falsa. Situazioni similari accadono con altre immagini, che spesso richiamano a qualcosa di sessuale, di più o meno spinto. Quasi sempre senza contenuti reali coerenti con quanto annunciato. Immaginiamo una foto di una giovane donna in costume e il titolo: “INCREDIBILE. Guardate cosa è accaduto a questa ragazza, ha preso..” Con questo titolo e quella foto chissà quale richiamo al sesso si immagina e magari ha ricevuto (preso) un premio, o ha contratto (preso) una malattia. Altri ancora potrebbero decidere di cliccare sul link per capire in quale via è accaduto l’incidente, o magari, se il titolo fosse stato ancora più cattivo, in quale città è accaduta la tragedia. Non di rado infatti si trovano titoli del tipo: “ASSURDO. Muore a 20 anni Antonio..”. In questo caso il nostro cacciatore di click ha giocato con la vita di un ragazzo nel tentativo sbilenco, ma magari riuscito, di far venire la curiosità di cliccare per sapere dove è accaduto e il cognome del ragazzo, d’altro canto chi non conosce un Antonio?. Si potrebbe continuare a lungo con esempi anche di quotidiani importanti che si sono aperti ai social network. Per esempio alle ore 20 del 2 ottobre 2014 un noto quotidiano nazionale, attraverso il suo profilo facebook pubblica questo link:

Qualora il nostro naufrago decida di cliccare troverà un titolo:

Incredibile!

Non sa di avere un tumore al seno fino a quando il suo cane…

Allegato di posta elettronica

Per poi leggere un articolo che nell’incipit recita:

“Scopre di avere il cancro al seno grazie al suo cane che le salva la vita. Allison Powell da qualche mese aveva notato una strana attenzione da parte del cane verso il suo seno sinistro. L’animale sfregava ripetutamente il muso sempre nello stesso punto, così Allison si decise a fare una visita. Alla 48enne londinese è stato diagnosticato un cancro della mammella in stadio precoce. «Credevo volesse solo attirare la mia attenzione», racconta la donna parlando del suo labrador…”.

Ovviamente l’esempio citato serve solo a ribadire, una volta ancora, che si può essere fuorviati da titoli e immagini utilizzati da chi è in cerca di clic con un sistema che di per sé non può essere condannato, ma che necessita una maggiore consapevolezza da parte di chi naviga su internet ed in particolare utilizza i social network.

Quali consigli dare ad un utente medio? Questa è una domanda da un milione di dollari, ma se c’è un dato di fatto che la comunicazione moderna ci ha insegnato è quello di non credere agli specchietti per le allodole. In pratica potrebbe essere una buona consuetudine non lasciarsi attrarre da titoli troppo esagerati, ma non precisi, da foto poco chiare. Solo non cliccando su link che rimandano a notizie poco circoscritte, talvolta poco precise, peggio ancora che tendono a sfruttare tragedie, si può provare a far ritornare la deontologia giornalistica a quello che sarebbe se solo questo mestiere non fosse in balia di tutti. Certo attira meno “Paura per un incidente in Via Napoli” che non “INCREDIBILE! Un ferito nell’incedente avvenuto in via…” con tanto di foto di un’auto capovolta. Eppure va detto che non ci sono vie di mezzo: il lettore è chiamato, più che mai oggi, a selezionare, e, atto ancora più complesso, a selezionare prima ancora di leggere l’articolo o meglio di cliccare sul link che apre la pagina che permette di finanziare il sito. A tutto questo va aggiunto anche che in genere un portale che tende a cadere in tale sistema è recidivo e, pertanto, qualora si riconosca il sito, come quello che in una precedente occasione ci ha mostrato una notizia falsa, falsata, tendenziosa o anche solo strana, magari ovvia, già sentita o già vista, è forse il caso di evitare di ricadere nel tranello, di evitare di aprire la pagina a cui è collegato il link. Solo in tale maniera, con un numero di clic limitato o pari a zero, il giornalista o il direttore che si nasconde dietro quella pagina potrà scegliere se chiudere il proprio sito o magari provare a seguire una linea deontologica maggiormente aderente al mestiere. A questo punto non si può non chiudere con una considerazione valida sempre e comunque, non fidarsi di chi non si firma, di chi non dichiara pubblicamente la propria identità e la propria storia, di chi fa parlare sempre solo una parte o di chi si scaglia sempre e solo contro un determinato personaggio o una fazione. Nessuno pagherebbe una bolletta ad un’azienda che non si identifica o leggerebbe un libro senza titolo, perché un lettore dovrebbe scegliere di finanziare senza volerlo, attraverso il proprio click, un notiziario scorretto?

Per concludere ancora in maniera cinematografica si dirà che Al Pacino, abilmente diretto da Oliver Stone e doppiato da Giancarlo Giannini in uno spogliatoio pieno di atleti da motivare dice: “Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini. (Tony D’Amato)”. Quando uomini raccontano storie di uomini dovrebbero dotarsi di onestà e buon senso, qualora un lettore si renda conto che ciò non sta avvenendo nel modo giusto, è il caso di evitarlo in futuro. Magari si sta vincendo la guerra dei click, ma non la si sta vincendo da uomini.

Ognuno insomma tenta di sopravvivere e proprio come in Alive, il film in cui i sopravvissuti di un disastro aereo si mangiano a vicenda, qui i cannibali della notizia la vomitano via in preda ad un anoressico cannibalismo che richiama alla tribalità. Tutto comunque per un pugno di clic, per una fresca condivisione del link da parte del naufrago di turno. Già perché l’aspetto più tetro di tale enorme rito è che l’ignaro navigatore, convinto di approdare nel continente della vera informazione, naufraga nell’isola di Alive in cui Per un pugno di dollari un falso giornalista ti vende, Ogni maledetta domenica, la sua naturale propensione al falso, al tendenzioso e all’esagerato.

La sorpresa di Natale di History 2.0, la storia dei Videogiochi per console

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Una singolare sorpresa è stato il regalo di Natale della redazione di Hisotry 2.0 – la Storia per tutti ai suoi spettatori. Una splendida puntata speciale sulla storia dei Videogames per Console, dai primi prototipi del dopoguerra alla Playstation 4 in una cavalcata tra le 7 generazioni di “macchine da gioco” più conosciute.

Una vera chicca per gli appassionati ma anche per chi vuole capire di più del settore che ha cambiato e stravolto completamente la storia dell’intrattenimento per ragazzi.

In 16 minuti tutta la storia dei Videogiochi dal 1947 ad oggi, godetevela:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=PiCs3iGpWec]

Il Bello o il Vero – la nostra recensione

All’interno del complesso monumentale di S. Domenico Maggiore, una mostra straordinaria, un tesoro di inestimabile valore. All’interno opere provenienti da musei e gallerie di tutta Italia. Un esperimento riuscitissimo e un incrocio fantastico anche tra Arte e nuove tecnologie. Un modello di visita che si basa sulle moderne tecnologie wi-fi e bluetooth, che garantiscono massima interazione con le opere, riprendendo le line di ricerca del Databenc, il Distretto ad Alta Tecnologia dei Beni Culturali che, con questa mostra, si inserisce nel contesto del Forum Universale Culture 2014, kermesse promossa dall’Unesco, con la finalità di approfondire un periodo dell’arte napoletana poco conosciuto ma storicamente rilevante. Nomi di artisti e scultori che al grande pubblico non dicono molto, nati o passati nel capoluogo campano, di fatti, Napoli fu luogo dell’attività di artisti, scuole e movimenti, che svilupparono i temi del verismo e si inserirono in ambito europeo.

Vi lasciamo al video:

[youtube=://www.youtube.com/watch?v=dyFmKXUFUng&w=560&h=315]

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Gotham e i suoi due cavalieri

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La batmobile arriva sgommando su un ponte .
Il commissario Gordon ci viene incontro e ci annuncia che un pezzo della città é completamente sotto il controllo di un nuovo personaggio che usa una piccola armata ipertecnologica per tenere fuori, dal suo momentaneo regno, tutte le forze dell’ordine .
Prendiamo il nostro potentissimo mezzo e tramite un potente rampino creiamo una rampa che ci permette di saltare il ponte ed entrare oltre i confini imposti dal misterioso Gotham Knight!
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Così inizia la presentazione a porte chiuse del nuovo progetto Rocksteady che ha il duro compito di portare il cavaliere oscuro nella next gen .
Il gioco infatti uscirà solo su Ps4 ( versione mostrata) , XboxOne e girerà anche su pc con hardware medioalti .
Lo studio ha usato sapientemente la nuova potenza messa a disposizione dalle nuove macchine per rendere il tutto visivamente più impressionante ma , cosa rara per un sequel, anche per modificare profondamente alcune meccaniche del gioco tipo l’uso del batrang che adesso viene usato per ispezionare luogi e per lockare obbiettivi.
A questo possiamo aggiungere il sistema di combattimento stile “tag team” che permetteva di usare la batmobile come compagno di lotta e la possibilità di modificare il suolo per creare rampe per salti e voli.
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Inoltre il ritorno di Scarecrow e l’arrivo del nuovo personaggio ,il misterioso Arkham Knight , hanno lasciato un ottimo feedback.
Unico punto che ha lasciato qualche dubbio é stato il fatto che la Batmobile sia davvero troppo presente nel gioco e utilizzabile quasi sempre in spazi aperti, cosa che rende il buon Batman troppo potente relativamente alla media degli avversari .
Ma da qui a giugno c’é tempo per perfezionare tutto… intanto l’impressione di essere davanti un gran titolo é concreta

La corsa travagliata di #DriveClub

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Recensire #DriveClub é un ‘operazione complessa perché obbliga chiunque voglia parlarne a premettere la complessa gestazione del gioco… e visto che io son qui proprio per parlarvi del gioco, eccomi a spiegare cosa é successo fino ad oggi .

Era Febbraio 2013 quando alla presentazione della Ps4 , Evolution Studios sale sul palco e fa partire il trailer di un gioco di corse dove la sfida tra club creati online era la base di tutto … questo titolo era #DriveClub .
Non contenta, Sony annuncia che questo gioco sarebbe stato regalato a tutti gli abbonati online proprio per incentivare l’aspetto social del gioco e la multimedialità della nuova console.
I mesi passano, la console è pronta al lancio … ma il gioco invece no e Sony prende la pericolosa decisione di rimandarlo facendo saltare anche la strategia di lancio online.
Il gioco viene messo sotto un serrato lavoro e viene tirato a lucido e arriva alla data di uscita in ottima forma a livello tecnico solo che il diavolo ci mette lo zampino e i server Sony danno problemi al gioco che si ritrova ad uscire solo in versione completa e non giocabile online finona quando Sony non sbloccherà i server del gioco. Questo porta all’ulteriore rimando della versione gratuita che doveva contenere una decina di auto e 11 piste.
Ma dopo tutte queste disavventure, chi ha preso il gioco ha trovato un buon prodotto?
Bene, dopo una prova piuttosto approfondita da parte mia devo dire che il gioco pur non essendo perfetto diverte e soddisfa molto anche gli occhi.

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Piste caratterizzate da panorami vastissimi, ciclo notte /giorno che esalta i giochi luce su carrozzerie di auto davvero “solide ” e un senso della velocità davvero adreanalico accompagnano il giocatore in sfide dove l’intelligenza artificiale degli avversari denota una sana dose di “cazzimma” e rende le sfide davvero divertenti.

Questo però non fa dimenticare un paio di difetti piuttosto palesi quali il troppo rigore nel punire alcune traiettorie ardite e un paio di “muri invisibili” che cozzano con il realismo grafico.

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Al momento la vera mancanza del gioco e non poter provare il vero cuore del gioco … perché senza online non é possibile creare ne sfide con altri umani ne fare i famosi “club” che dovrebbero essere il cuore del gioco.
Quindi al momento mi prendo la briga di dare a #DriveClub un 7,5 … dove il mezzo punto potrà essere tolto nel caso che l’esperienza online non dovrebbe rivelarsi così esaltante oppure , nel caso contrario, potremmo trovarci di fronte ad uno scintillante 8.
Aspettiamo e vediamo…

Shopping maschile e femminile a confronto nella nuova infografica di Coop Online

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Quali sono, al giorno d’oggi, le differenze tra uomini e donne quando si parla di shopping? A rispondere una nuova infografica online, che riassume in un’elegante veste visuale i dati ottenuti dall’analisti svolta da Coop Online.

Infatti, partendo dagli esiti di un recente studio della Amity University, Impact of gender on consumer purchase behaviour, l’azienda ha voluto confrontare l’approccio allo shopping degli uomini e delle donne di oggi. Il risultato è una ricerca che conferma alcuni cliché ma presenta anche una panoramica nuova e aggiornata dei meccanismi di acquisto.

Tra le prime differenze che troviamo nell’acquisto maschile e femminile ci sono il tempo e la spesa media. Se infatti gli uomini dedicano in media 10 minuti ad ogni acquisto per una spesa generica di 135 euro, per le donne aumenta il tempo richiesto (14 minuti) ma diminuisce il valore di ogni spesa, che scende qui a 95 euro. Per quanto riguarda le modalità di acquisto invece la situazione appare variegata.

Se gli uomini tendono a comprare maggiormente tramite una navigazione casuale (33% contro il 26 delle donne), le donne prediligono i coupon e la ricerca degli sconti (rispettivamente il 34 e il 71% degli acquisti per tipo è femminile), oltre che un acquisto guidato dalla pura emotività (64%, contro il 39 degli uomini). Curiosa la categoria commerciale più acquistata per tirarsi su il morale: per gli uomini si tratta principalmente di cibo (il 28%), per le donne invece vestiario e accessori vari (ben il 58%).

Nonostante le forti differenze per modalità e motivazioni di acquisto, appare curioso come alcuni degli oggetti acquistati tendano invece ad assomigliarsi molto per uomini e donne. Ad esempio il 60% di entrambi si dedica ad acquisti musicali, oppure il 59% degli uomini e il 64% delle donne ai libri. Restano comunque distanti per prodotti più specifici, come i quelli di bellezza o elettronici.