Il tuo carrello

La Marble Cathedral, la spettacolare cattedrale sott’acqua

Ci troviamo al confine tra Cile e Argentina, in particolare in Patagonia, dove è possibile ammirare questo spettacolo naturale che è la Marble Cathedral: seimila anni di erosione delle rocce da parte dell’acqua hanno dato vita a questa straordinaria opera senza eguali. Un’esplosioni di colori che vanno dall’azzurro, al verde, all’argento, fusi in maniera tanto eccezionale che soltanto la natura poteva inebriarci con un simile spettacolo. Al centro troviamo la Cattedrale di Marmo, formata da tre caverne principali: la Cappella, la Cattedrale e la Grotta. La cattedrale è visitabile tramite un’imbarcazione quando il livello del lago Carrera è sufficientemente basso per consentirne la navigazione.

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San Pietroburgo tra arte, storia, cucina e atmosfera natalizia.

Metti una serata al freddo della signorile, maestosa ed elegante San Pietroburgo, metti anche la magica atmosfera del Natale in arrivo ed il gioco è fatto. Basta un po’ di fantasia, i racconti accurati di un amico, qualche foto e in un attimo ci si immerge nella realtà di una delle città più belle dell ‘est Europa. San Pietroburgo è la seconda città per estensione e per numero di abitanti della Russia, di cui è stata anche la capitale per lungo periodo, per l’esattezza circa 200 anni tra il 1700 e il 1900. Mi dilunghero poco sulla storia e sulle vicissitudini di questa città che ha cambiato ben tre volte il nome. In realtà ho più voglia di mostrarvi la quotidianità di una giornata passata tra le vie di questa città. Qui ci si sveglia che albeggia alle 8 e mezza passate, quindi, per chi è abituato a svegliarsi presto, uscire di casa con il buio non è proprio un bell’inizio,  mettici poi che l’anticiclone delle Azzorre qui è raro come il tartufo bianco e capisci bene che devi trovare un’ottima motivazione per iniziare il tuo tour. Bene, si inizia con la GALLEREJA, un grandissimo e straordinario centro commerciale a “soli” 5 piani. Qui nell’est Europa i centri commerciali sono dei veri e propri musei, riproduzione all’interno della vita d’esterno. Ci puoi trovare di tutto, da semplici negozi, a campetti di calcio, tennis, scuole di hockey con tanto di lastre di ghiaccio per pattinare su, ristoranti e bistrot e locali di ogni tipo. Bene, l’occhio cade subito sulle piccole botteghelle natalizie, dove puoi trovare le matrioskine,  gli alberelli e personaggi del Natale ortodosso. Beh, i prezzi non sono proprio accessibili, ma come non comprarne una??!!

Tra un negozio e l’altro, arriva l’ora del pranzo e si decide di scegliere un posto all’interno del centro, dove un caldo tepore ti fa dimenticare che fuori ti aspetta Frozen con tutto l’esercito di punguini! Assaggiamo una polpetta di pollo  (tartar)adagiata sopra un tappeto di fagiolini che a loro volta nascondono una squisita zuppa di farro, il tutto in un simpatico tegame riscaldato nel forno a legna. Bene, facciamo anche una foto al cuoco Roman  e dopo aver sorseggiare uno squisito vinello bianco, decidiamo di provare anche un caffè.  Le papille gustative non credono a loro stesse quando assaggiano un delizioso, cremoso e avvolgente caffè con cremina.

Sono le 4 passate del pomeriggio ed è di nuovo buio. Si esce dalla galleria e finalmente si decide di passeggiare alla volta dell’Hermitage. La strada è lunga, ma soprattutto fa freddo. Dopo circa un’ora e dopo aver perso l’uso del tatto, ci si staglia davanti la grandiosità di questo edificio barocco. Devo dire che il respiro e le parole vanno via e fanno posto allo stupore nel vedere quanta maestà rievoca il complesso architettonico che ha ospitato per circa due secoli gli zar.

Dopo averlo ammirato dall’esterno e fatto qualche foto, decidiamo di far serata ……chissà che riserva questa città?

Vi terrò aggiornati nei prossimi giorni.IMG-20151202-WA0009IMG-20151202-WA0012

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Viaggiare Gratis? Si può: con la Settimana del Baratto

Dal 16 al 22 novembre si svolgerà la settima edizione dell’attesissima Settimana del Baratto 2015: i bed and breakfast collegati al portale www.bed-and-breakfast.it che aderiranno all’iniziativa baratteranno il soggiorno in cambio di beni o servizi per una settimana.

Le strutture che aderiscono all’iniziativa aumentano di anno in anno, infatti attualmente sono già oltre ottocento i B&B che accettano il Baratto tutto l’anno. I beni scambiati e i servizi possono essere i più vari e vanno concordati con il gestore del B&B prima del soggiorno. Ad esempio si possono proporre ai diversi B&B servizi fotografici e pubblicità, o piuttosto la manutenzione della struttura, o infine beni materiali. Cosa aspettate? Date sfogo alla creatività e barattate quello che volete in cambio di un soggiorno in uno dei bed and breackfast aderenti all’iniziativa.

settimana del baratto

https://www.facebook.com/settimanadelbaratto/?fref=ts

http://www.settimanadelbaratto.it/

 

Il cammino di Santiago, un’esperienza indimenticabile

Santiago è!

Tutto nasce da quelle esperienze che nella vita ti lasciano delle “cicatrici” e dalle quali impari, tirandone fuori solo forza per dare il giusto valore alla VITA, camminando la VITA scorre nelle vene.

Camminare è fatica, riflessione, scoperta, silenzio, è il possibile di fronte al tutto è

un abbraccio con la vita.

Il cammino stimola la conoscenza interiore, la solidarietà, l’affidarsi allo sconosciuto, la scoperta della ricca umanità che ci circonda molte volte sottovalutata.

Ed è proprio la lontananza dalla normalità che rende il cammino unico.

Mi sono sempre messa alla prova e dopo la mia operazione, il mio più grande desiderio

era arrivare a Santiago di Compostela .

Ci sono Riuscita!

13 agosto 2015…

L’ansia sale e si scontra con l’adrenalina, la combinazione giusta per affrontare il mio

sogno. La voglia di conoscere nuovi posti, di sentire nuovi profumi, di raggiungere tutto

con le mie forze.

Amico e compagno di viaggio Danilo, che per la seconda volta percorre il cammino, ed è

anche grazie ai suoi racconti che la voglia di arrivare a Santiago è cresciuta sempre più.

Arrivati a Burgos, muoviamo i primi passi e dopo poco il primo timbro sulla credenziale…

che il Cammino abbia inizio…

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Conchiglia e freccia gialla saranno la nostra “stella cometa”, simboli che ci accompagneranno fino alla cripta di San Giacomo apostolo.

La mia prima “ freccia” è seguita dal volto di una persona anziana, che guardandomi negli occhi mi augura “Buen Camino” un’emozione incomparabile che inizia a dar vita a quello che è stato il viaggio più desiderato e sentito da sempre.

Il Cammino di Santiago di Compostela è un itinerario che i pellegrini fin dal Medioevo

intraprendono, attraverso vari Stati e Paesi, per giungere al santuario di Santiago di

Compostela . Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state

dichiarate Patrimonio dell’umanità dall’ UNESCO .

E’ un percorso che possiede dei caratteri distintivi che lo rendono unico e inconfondibile:

La Credencial é uno dei compagni di viaggio imprescindibile di un pellegrino diretto a

Santiago, si tratta di un documento che identifica il pellegrino con i suoi dati e gli dá diritto

di alloggiare negli alberghi presenti sul cammino dove riceverá sulla Credencial un timbro,

che testimonia il passaggio da quella localitá. All’arrivo a Santiago la Credencial é

fondamentale per ottenere la Compostela, che è il certificato, redatto in latino, rilasciato a

coloro che abbiano compiuto il pellegrinaggio per finalitá religiose, spirituali, di ricerca

interiore. La Capasanta o conchiglia di San Giacomo viene utilizzata sin dal principio del

cammino come elemento identificativo stesso del pellegrino e come simbolo di sacrificio.

Il mio Cammino ha inizio nella regione delle Mesetas, altopiani di circa 900/ 1.300 metri

s.l.m., piuttosto aridi, terreno di argilla compatta e sassosa. Le uniche coltivazioni sono di

grano. Tra una mesetas e l’altra ci sono piccolissime valli dove sembrano nascondersi

paesi e villaggi.

Da qui ha inizio anche la prima esperienza di “albegue del pellegrino” quindi , condivisione

e adattamento con tutto quello che è il pellegrinaggio. Ad accoglierci quest’uomo, che ci

da il benvenuto e ci racconta del suo cammino con la moglie…. storie di vita sul cammino,

sempre avvincenti!

Nell’augurarci buon cammino , ci racconta del “ Cappello di Santiago”; la leggenda

narra che nei mesi caldi San Giacomo Apostolo, per proteggere i pellegrini, calava un

manto di nuvole in cielo in modo da fare filtro per il sole cocente.

Iniziamo ad attraversare le Mesetas, dove in queste lunghissime distese il silenzio fa da

padrone, il vento culla i pensieri e gli odori gli danno colore; ho avuto tempo e occasione

per parlare a me stessa, ogni passo diventa fondamentale e significativo. Gli occhi

diventano la miglior “macchina fotografica” iniziando ad immortalale ogni angolo di

paesaggio . Il battito del cuore da il ritmo e fa da compagnia.

L’incontro e la magia della Cruz de Hierro, simbolo di coraggio di un nuovo inizio.

Con i suoi 1.505 metri di altitudine rappresenta il punto più alto di tutto cammino ed è uno

dei monumenti più significativi; ogni pellegrino porta una pietra che va ad aggiungersi alle

altre lasciate da chi lo ha preceduto; c’è chi lascia una foto, chi un rosario, chi un nastro,

qualsiasi cosa per ricordare la parte di noi stessi che rimarrà qui per sempre.

La croce è fissata al vertice di un alto palo di legno sostenuto da ammassi di pietre portate.

Le pietre rappresentano i ricordi e le sofferenze della vita delle persone, il pellegrino

alleggerisce l’animo e riceve un senso di liberazione. La cosa stupefacente è vedere

quanti ricordi, fotografie, frasi, scritte sui sassi, maglie, bandiere, ciondoli, nastri di ogni

Paese, Nazione è ricoperta questa croce.

La Cruz de Hierro riesce a regalare magia e non si può rinunciare a una riflessione sul

senso della vita… E allora isoli la mente e preghi … dedichi qualche minuto a tutte le

persone che ti circondano indistintamente se ti hanno fatto del bene o del male.

Continuiamo attraversando borghi e piccoli paesi che ti lasciano quel sorriso che ti

arricchisce sempre di più … Vedere persone fermarsi mentre lavorano e offrire un

semplice saluto come segno di riconoscenza e rispetto per il pellegrino, è davvero unico.

Il cammino di Santiago ti mette davvero a dura prova. Il Pellegrino batte la stanchezza e il

dolore.

Camminare sotto la pioggia, sforzarsi e fare tanti chilometri al freddo, sotto il sole, nel

fango, con l’umidità che entra nelle ossa e con i dolori presenti giorno dopo giorno dai

piedi fino alle spalle… Eppure il cammino è anche questo mi sono risposta.

Mi dicevano:“Si no Hay dolor, no hay Camino!” E’ Vero!

Cammini perchè devi camminare,è un bisogno,un’esigenza,una necessità e senti di

doverlo fare,di andare avanti anche sotto la pioggia, anche al freddo, con il sole e con i

dolori.

Se sei sul cammino di Santiago sei un pellegrino, non una persona qualunque, non hai un

obiettivo banale, non fai 500km a piedi tanto per dire: “ho fatto anche questo”, non sei un

turista, non stai giocando.

Se cammini sul sentiero di Santiago è perchè sei alla ricerca di qualcosa, di te stesso,

spinto dalla forza interiore e spirituale, stai camminando perchè hai l’animo pronto e

predisposto a donare e ricevere amore verso te stesso e verso il prossimo.

Ho camminato in decine di paesi e micro paesi, passando dalle case fatte di terra e paglia,

alle fattorie, alle città, tra boschi, montagne ,colline e strade… ogni singolo passo fatto mi

ha regalato qualcosa in più e spronata ad andare avanti.

Gli ultimi 11km prima di fare ingresso a Santiago sono stati quelli dove abbiamo

dimenticato definitivamente il peso dello zaino sulle spalle, la piaggia che cadeva

ininterrottamente per noi era sole, i dolori scomparsi, camminavamo velocemente senza

parlare , con i sorrisi stampati sui volti e gli occhi ricchi di emozione, l’ingresso nella piazza

antistante la cattedrale è stato il momento in cui sono esplosa in un pianto di gioia infinita,

ancora incredula e tremante realizzavo poco per volta… “ce l’ho fatta”.

Resti per diversi minuti a guardare ininterrottamente questa maestosa cattedrale che ti

parla, l’emozione e le lacrime continuano entrando nella cattedrale per la celebrazione

della messa del pellegrino con il rito del Botafumeiro.

La fine di un cammino ha il un sapore agrodolce, la consapevolezza di aver compiuto un

grande passo è enorme, così come il senso di mancanza. Quello che ti resta tangibile è la

carta del pellegrino costellata di timbri colorati, quello che ti resta addosso è una

costellazione di emozioni. Vedere dalle immagini scattate il grande fiume che settimane fa

attraversavi sotto il sole, o le linee delle montagne su cui hai faticato enormemente in

salita, ti regala un malinconico sorriso.

Tra le mille domande quella fondamentale è che cosa vuole dire essere e sentirsi un

pellegrino?

L’uomo è nato per mettersi in cammino… Peregrinare, a differenza di camminare o

viaggiare, vuole dire uscire dalle abitudini quotidiane, prendere le distanze e diventare un

essere libero.

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Essere pellegrini e non villeggianti vuole dire essere e sentirsi un tutt’uno con quello che ti

circonda. Non è sentirsi turisti e apprezzare solo tutto ciò che c’è di splendore, essere

pellegrini è imparare a mettersi in relazione con qualcosa di più elevato, unico, magico.

Entrare in sintonia con l’anima, mente e corpo.

Comprensione, collaborazione e amicizia sono la chiave spirituale del pellegrino.

Non ci sono gare per chi fa più chilometri, per chi ha lo zaino più bello o costoso,non

interessa sapere la professione che fai o se vivi una vita agiata, il pellegrino ha rispetto per

l’uomo, considerato tale e non per come appare, deve essere umile e generoso.

Mettersi in cammino vuol dire restare con il tempo e con se stessi. Non è una gita da

escursionisti, non è un week end di primavera, non è un mordi e fuggi di un posto da

contemplare per dire io ci sono stato, lo conosco e farsi grande del proprio sapere.

Il peregrinare non è apparenza ma è entrare lentamente nelle situazioni, nel mondo, nella

vita.

Peregrinare è tempo, fatica, impegno, determinazione, sacrificio… cioè gioia, emozioni,

essere, amare vivere!

SANTIAGO E’!

BUEN CAMINO!

“Soltanto solo, sperduto, muto, a piedi riesco a riconoscere le cose.”

Pier Paolo Pasolini

La perla dell’Est. Un viaggio a Varsavia tra cultura, arte e natura.

10991367_10204938597138219_345395762187999217_nNel cuore dell’Europa Orientale, incastonata come una pietra preziosa sull’ansa del fiume Vistola, sorge Varsavia, città che lascia il forestiero stupito positivamente per la bellissima esperienza vissuta. La tranquillità, il silenzio quando si passeggia nel centro e l’ospitalità della gente del posto, fanno della capitale polacca il posto ideale se si vuole trascorrere qualche giorno di serenità.

La prima cosa che risalta all’occhio arrivando a Varsavia è il Palazzo della Cultura e della Scienza, una struttura di 237 metri (e 44 piani!) che può essere considerate il punto di riferimento dell’intera città. Il palazzo, costruito dai Sovietici nel 1955, oggi ospita musei, cinema, biblioteche ed è utilizzato per eventi culturali. I polacchi, tuttavia, sono molto diffidenti verso questa costruzione, poiché essendo un “dono dei popoli sovietici”, è considerato come un simbolo della dominazione sovietica, che ha caratterizzato quarant’anni di Storia di questa Nazione.

Lo snodo viario principale è la rotonda Charles de Gaulle, con tanto di statua del presidente francese situata su un lato. Da qui, in direzione Nord, inizia la Nowy Świat che, in un crescendo di luoghi di culto e di cultura, porta fino alla Città Vecchia, il luogo più antico di Varsavia. L’Accademia delle Scienze, con la statua di Niccolò Copernico nella piazzetta antistante, è l’anticamera a questa “esposizione” di opere d’arte. A pochi passi dall’Accademia c’è la Chiesa di Santa Croce, nella quale si trova il cuore del celebre compositore Fryderyk Chopin incastonato in una colonna. Le sue musiche, inoltre, ti accompagnano lungo la strada attraverso delle vere e proprie panchine multimediali che permettono di ascoltare le note di Chopin mentre si ammira il Palazzo del Presidente della Repubblica, il Monumento del Milite Ignoto con i Giardini Sassoni alle spalle e, infine, l’Università.

Il Palazzo Reale introduce alla Città Vecchia che, edificata in pieno medioevo, ha il suo cuore nella piazza del mercato dove c’è il monumento della sirena con scudo e spada, simbolo della città di Varsavia. Il Palazzo, distrutto dai bombardamenti e completamente ricostruito nel secondo dopoguerra, ha delle sale meravigliose con dipinti che ripercorrono le principali tappe della Storia della Nazione ed una, in particolare, con dipinti del Canaletto che rappresentano il passaggio delle truppe napoleoniche in Polonia.

Ai confini della Città Vecchia sorge il Barbacane, un piccolo castello costruito intorno alla metà del cinquecento da un architetto veneziano, che separa la città medievale dalla Città Nuova, costruita in pieno rinascimento con una cinta muraria autonoma.

Tornando alla rotonda De Gaulle, e imboccando la strada verso Sud, si arriva al Parco Łazienki Królewskie, costruito come residenza estiva dei Reali di Polonia. All’interno del parco scorre la Vistola e, affacciati sul fiume, il Palazzo di Sigismondo Augusto e il Belvedere, che in origine erano utilizzati come edifici termali. Nel Parco, considerato uno dei più belli d’Europa, si può ammirare il momento a Chopin perso nel delizioso contesto naturalistico di alberi, prati e sentieri di mattoni gialli.

Non guasta, infine, la parte più recente della città, ovvero un mosaico si grattacieli nel cuore economico-finanziario di Varsavia. Lo scenario sembra quello di una metropoli occidentale che, in maniera simbolica, dà le spalle al passato socialista, rappresentato dal Palazzo della Cultura e della Scienza, e guarda al futuro del mercato globale.

Ti mando a quel paese: il progetto spiegato in meno di un minuto

Alfonso del Vecchio ci illustra in meno di un minuto quale sarà il leit motiv del progetto “Ti mando a quel paese” realizzato in collaborazione con noi di Planetmagazine.it. #TMAQP è una nuova web serie di documentari interattivi che mira a far scoprire e a dare valore alle bellezze remote o meno della Regione Campania.

Vi lasciamo all’esauriente video:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=_rqsMHfOwy0]

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Grandi numeri alla Reggia per il weekend dell’Immacolata

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Oltre 10.000 visitatori alla Reggia di Caserta nella ricorrenza dell’Immacolata, quest’anno coincidente con il ponte festivo che ha aperto il periodo delle celebrazioni natalizie.

Significativo l’afflusso registrato il 7 dicembre, in coincidenza con la prima domenica del mese a ingresso gratuito nei musei nazionali, con 8.771 visitatori (1.200 in più rispetto alla prima domenica di novembre), che collocano la Reggia al secondo posto dopo il Colosseo nella classifica dei siti più visitati d’Italia.

Il Complesso vanvitelliano si è confermato come “grande attrattore” culturale e turistico anche l’ 8 dicembre con 2.071 biglietti staccati, quadruplicando il numero di ticket emessi il giorno dell’Immacolata del 2013.

Particolarmente gradite sono risultate le iniziative organizzate dalla Soprintendenza domenica scorsa con il tutto esaurito nei quattro appuntamenti in programma che prevedevano visite guidate e performaces artistiche in luoghi di grande suggestione, come la Cappella Palatina, il Teatro di Corte, lo spazio espositivo denominato Quadreria e il Torrione nella parte alta della cascata nel Parco reale.

I visitatori muniti di smartphone e tablet hanno poi avuto la possibilità di raccontare sulle pagine “social” la loro giornata a “Corte”, condividendo con l’hashtag #allaReggiaconNoi foto e commenti sulle pagine del Palazzo Reale.

A tal proposito il profilo facebook del Monumento continua ad essere tra i più cliccati dei musei italiani con quasi 41mila “mi piace” e punte di circa 200mila contatti settimanali.

La tendenza al rialzo dei visitatori è confermata anche dai dati sull’affluenza che dal mese di luglio fanno segnare un incremento medio delle presenze del 15% rispetto al 2013.

@Ufficio Stampa Reggia di Caserta

Ti mando a quel paese – missione Campania, il trailer

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Una nuova straordinaria collaborazione di Planetmagazine.it con Alfonso Del Vecchio, nelle vesti di autore e non più solo redattore.

Ti mando a quel paese – Missione Campania, progetto di Alfonso Del Vecchio realizzato in collaborazione con Planetmagazine.it, è una nuova web serie di documentari interattivi che mira a far scoprire e a dare valore alle bellezze remote o meno della Regione Campania.
Guarda il primo trailer.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=9VorVcGfhwE]

TI MANDO A QUEL PAESE
https://www.facebook.com/pages/Ti-mando-a-quel-Paese/827764280598083?sk=timeline

ALFONSO DEL VECCHIO
https://www.facebook.com/alfonsodelvecchio1
www.alfonsodelvecchio.com

PLANETMAGAZINE.IT
https://www.facebook.com/planetmagazine.it
www.planetmagazine.it

Non è Planetmagazine che perseguita Warhol, ma Andy a perseguitare l’arte. 1/2 Pars Construens

Sì, sono tenace.
Ma sì, amo anche il metodo Cartesiano.

Una tesi così forte come quella da me portata, che, peraltro, già rilanciava una censura di altro collega di testata, andava quindi verificata.

Fu così, pertanto, che ieri, baldanzosa, mi recai al PAN – il vituperato museo cittadino all’incrocio tra Via Vittoria Colonna immediate adiacenze Via dei Mille) e Via Carducci.

Da buona critica, tendo ad essere sempre obiettiva. Maggiori informazioni