Venti giovani, sei mesi e un Palazzo unico al mondo.
Sembra ieri quando, per la prima volta, abbiamo varcato i cancelli della Reggia come vincitori del bando “150 giovani per la cultura” per iniziare questa nuova esperienza di lavoro.
Provenienti da tutta Italia e con formazione diversa siamo stati selezionati, in quanto archeologi, storici dell’arte, ingegneri e architetti, restauratori e diagnosti, attraverso un concorso pubblico indetto dal MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) con lo scopo di accrescere le nostre conoscenze e competenze e di fornire al contempo un valido ausilio ai funzionari della Reggia di Caserta.
Durante i sei mesi di tirocinio abbiamo potuto toccare con mano le effettive difficoltà di gestione di uno dei siti culturali più importanti d’Italia, scontrandoci con il paradosso per cui un sito UNESCO è trattato alla stregua di un luogo qualunque. La carenza di personale specializzato e la mancanza di fondi pongono un grosso freno alle opportunità d’intervento di tipo conservativo e di iniziative per la valorizzazione. Nonostante queste problematiche, coadiuvati dai nostri tutor, siamo riusciti ad ideare e realizzare progetti che hanno migliorato l’offerta culturale del sistema museale Reggia. Poco tempo e poche risorse non sono stati motivi sufficienti per cedere ad una bassa qualità dei servizi che di volta in volta offrivamo al pubblico. Sono stati proprio il sorriso ed i volti soddisfatti dei turisti a spronarci a continuare queste attività raccogliendo, giorno dopo giorno, soddisfazioni sempre più grandi. Tra i progetti portati a termine ricordiamo i nuovi percorsi di visita “Paesaggio permanente/ Sguardi temporanei” e “Murat: un re francese alla Reggia di Caserta” finalizzati alla valorizzazione di aspetti meno noti del parco e degli appartamenti storici. Avvalendoci di nuove tecnologie – QR code, YOU TUBE – è stato possibile contenere i costi e utilizzare un linguaggio di comunicazione che rende l’esperienza del percorso più coinvolgente.
Con l’apertura al pubblico di tali percorsi si conclude oggi la nostra esperienza a Caserta; tante sono le cose che abbiamo imparato e altrettante quelle che vorremmo proporre per una Reggia più aperta ai visitatori e, soprattutto, al territorio. Perché oltre l’arricchimento personale e l’approfondimento della nostra formazione il fine di simili esperienze deve essere quello dell’inserimento di professionisti dei beni culturali in contesti dove sono necessarie, ora più che mai, nuove risorse.
Quello che rimarrà di questo periodo sarà la consapevolezza di aver dato il nostro contributo ad una grande istituzione e allo stesso tempo l’amarezza di non poterne più far parte, accompagnata da una domanda spontanea: qual è il fine di questa formazione se non è previsto un piano di inserimento?
I tirocinanti della Reggia di Caserta