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CONFERITO MATRONATO DAL MUSEO MADRE ALL’OPERA DI PAUL RENNER

Sarà inaugurata mercoledì 30 settembre alle ore 16.30 L’Albero di Renner presso la Vigna di San Martino di Napoli .La mostra si potrà visitare fino al 30 novembre 2015. E’ stato conferito il Matronato dal Museo Madre l’evento è stato promosso e organizzato dalla Fondazione Morra con il patrocinio delle Regione Campania nell’ambito del grande evento espositivo L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti dell’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva, diffuso in tutta Italia, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma Sperimentale per la Cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT, che coinvolge più di 40 artisti chiamati a realizzare opere ispirate al soggetto iconografico dell’albero della cuccagna. L’opera di Paul Renner, un’imponente scultura commestibile ludica, diverrà patrimonio naturale sottoposto a vincolo monumentale. L’Albero di Renner è un “teatro gastronomico” alto cinque metri, organizzato in sezioni verticali che si alternano variamente composte con piante della Vigna San Martino, da grasso animale per alimentare gli insetti e gli altri animali a tutela dell’ampio ecosistema; da prodotti della migliore agricoltura Campana e, infine, da un’ultima parte volutamente spoglia, atta a ospitare il cibo trasportato e donato dai partecipanti. L’opera è frutto di un’approfondita ricerca della tradizione letteraria partenopea: Renner ha indagato le figure del Principe di Sangro e del Marchese De Sade, il quale, nel diario Voyage d’Italie, ricorda un carnevale a Napoli celebrato in piazza Mercato come “…lo spettacolo più barbaro al mondo che si possa immaginare”.

 

Info:

Da giovedì 1 ottobre al lunedì 30 novembre 2015

La visita sarà possibile solo su appuntamento

Fondazione Morra

vico Lungo Pontecorvo 29/d – 80135 Napoli

Tel +39 081 5641655 / Fax +39 0815641494

info@fondazionemorra.org / www.fondazionemorra.org

 

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Vairano. “Li chiamarono briganti”: serata riuscita per il comitato 26 ottobre

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Si è svolta ieri con successo la proiezione del film “Li chiamarono briganti!” presso i locali dell’Associazione Taverna Catena di Vairano Scalo. Gli ospiti si sono ritrovati in sala giochi per assistere alla proiezione del film che è stato censurato e non è uscito nelle sale cinematografiche. Il film infatti mette in discussione i padri della patria e tutta l’Unità d’Italia. Il tema è quello del brigantaggio, o meglio della resistenza anti-savoia che fu condotta nel Sud Italia dopo il 1860. Viene messo in luce lo sterminio di massa, le rappresaglie, le fucilazioni commesse dalle truppe di Vittorio Emanuele II. Questo è solo uno degli incontri che il Comitato 26 ottobre sta promuovendo per sensibilizzare la popolazione sulle contraddizioni dell’Unità d’Italia.

MARIO LANZIONE IN PERCORSI GEOMETRICI ( 1989 -2009 )

Si inaugura sabato 3 ottobre alle ore 18.30 la mostra Percorsi Geometrici ( 1989 – 2009 ) di Mario Lanzione presso la Galleria Kouros di Aversa. Testo Critico di Giovanni Cardone. La mostra la si potrà visitare fino al 15 ottobre 2015. Percorsi Geometrici è una raccolta di opere che sono la testimonianza di uno studio approfondito sulla possibilità di ottenere un equilibrio tra forma geometrica, spessore di elementi sovrapposti o sottoposti alla superficie dipinta, spazio, luce e materia. Nel percorso artistico, sviluppato negli anni tra il 1989 e il 2009, Lanzione ha sempre ricercato (contemporaneamente), sia il superamento dell’Astrattismo Geometrico che quello dell’Informale. Se nel periodo del “Lirismo Geometrico” l’abbinamento delle due esperienze pittoriche è ricercata attraverso le velature su sfumature di colori materici, negli anni a seguire, il connubio è avvenuto con l’inserimento della materia come spessore che si frantuma e si annulla tra gli spazi geometrici. L’idea di coniugare forze Razionali con quelle Irrazionali è nata già con le “carte veline” del 1975. Giovane appena laureato al Corso di Pittura, con il primo incarico alla cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo artistico di Benevento, Mario Lanzione inizia la sua attività artistica indagando nel mondo dell’Astrattismo geometrico, senza dimenticare le sue origini derivanti dalla pittura Informale. Queste opere, quindi, alcune esposte e catalogate in mostre precedenti e altre ancora inedite, non vanno confuse con una volontà di “adattamento” alle attuali esperienze della pittura Astratta ma vanno, invece, interpretate come testimonianza di una continua ricerca sul raggiungimento di un obiettivo che è l’Astrattismo Totale. Come dice nel suo testo critico Giovanni Cardone : “L’artista Mario Lanzione incarna in pieno l’ Astrattismo – Geometrico, la sua arte nasce dalla costatazione che il linguaggio verbale, con i suoi sofismi,con le sue espressive parole, le sue seduttrici eloquenze e le sue presunzioni dubitative, lascia spesso un senso di indeterminato, di non interamente spiegato, quando si cimenta nella descrizione, nella definizione o nel commento. Mario Lanzione artista carismatico, dove il colore mentore affidabile, dove il linguaggio cromatico e fortemente materico, ha un potere incantatore e taumaturgico sullo spettatore il quale rimane esterrefatto, dalle figure e dai soggetti che evocano antichi ricordi. La ricerca di Mario Lanzione risale al 1975, l’incontro con l’ Astrattismo – Geometrico che pare pervenire attraverso esperienze pittoriche compiute nell’area dell’informale, ma con chiari ripensamenti di certo costruttivismo ad un’idea di costruzione spaziale prossima ad un’astrazione espressionistica e spirituale. Su questo orizzonte di interessi estetici, l’artista opera nell’intento di dar vita a composizioni impostate con rigore e su valori spaziali oggi piuttosto inediti, talvolta ricercati nel ritmo impercettibile di contrasti cromatici e formali che si specificano in una sintesi di estremo equilibrio. Il gesto, infatti, la pennellata, accanto ad un attento gioco di intonazione del colore, si combinano senza mai violentare una precisa e cadenzata strutturazione della superficie pittorica. L’atmosfera delle sue opere ci immerge così in silenziosi e pacati paesaggi dell’anima, dove l’autore racconta le emozioni cercando di arginare la loro urgenza che percepiamo nei colori vivaci, nei rossi, nei blu, nei gialli, nel segno che è spesso frutto di un gesto a fatica trattenuto attraverso una razionalità che incasella la totale libertà, tipica della pittura informale, all’interno di quella razionale organizzazione formale debitrice dell’astrattismo geometrico. Nell’ incontro avuto con Mario Lanzione mi raccontava delle sue reminiscenze informali che sono affiorate dalla sovrapposizione di carta veline che trasmettevano una nuova visione geometrica, tanto è vero che il suddetto ha creato un gruppo denominato Astrattismo Totale . La forza di questo movimento artistico è stata la presa di coscienza, di artisti e critici d’arte che operano nel panorama dell’arte contemporanea, della possibilità di determinare una svolta significativa nell’ambito della poetica dell’Arte Astratta. Percorsi geometrici (1989 – 2009) è una raccolta di opere (alcune inedite) che racchiudono un “percorso” significativo e determinante sotto l’aspetto della ricerca e della sperimentazione, in un progredire artistico nell’ambito dell’Astrattismo Geometrico. Sono opere di“ approfondimento, non solo per la determinazione di una geometria a larga veduta ma anche per una maggiore consapevolezza per l’inserimento materico. Come dice Mario Lanzione : “Sono elementi che mi hanno permesso di raggiungere l’obiettivo di fondere la materia e la geometria in un’unica espressione artistica. E’ un’esperienza artistica che si basa sullo sviluppo progressivo di coniugare l’Informale con l’Astrattismo Geometrico. Momenti espressivi che concorrono ad un unico obiettivo che è quello di ricercare spazio, tempo e luce nella metamorfosi della materia che diventa geometria, in una fusione tra forze razionali e irrazionali”.

 

Biografia di Mario Lanzione

Mario Lanzione, nasce a S.Egidio del M.A. (Sa), studia al Liceo Artistico di Salerno e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. E’ docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Benevento. Impegnato nel settore della pittura astratta, dal 1975 partecipa a mostre personali e collettive, compie viaggi di studio nelle maggiori città europee. Dal 1976, espone alla “Schmuck/Galerie” di Basilea e alla Galleria d’Arte “La Roggia” di Pordenone, partecipa a varie edizioni del Premio “Francesco Paolo Michetti” ed entra a far parte della galleria d’Arte “di San Carlo” di Napoli. Continuando ad esporre in Italia e all’estero. E’ ideatore di mostre Internazionali di ”Mail/Art” e dà vita a numerose performance ove pittura, scultura, musica, poesia e teatro si fondono in un’unica espressione artistica. Nel 1988, è presente a Palazzo Marchi di Pordenone con il gruppo “Una linea napoletana”, con catalogo curato da Enrico Crispolti e edito dalla casa editrice “Mazzotta” di Milano. E’ fondatore ed esponente di importanti gruppi artistici tra i quali “Generazioni”, formato dagli esponenti più rappresentativi dell’arte astratta in Campania. L’attività artistica di Lanzione è seguita, dai critici: Crispolti, Finizio, Crescentini, Venturoli, Agnisola, Pinto, Corbi, Calabrese, Scontrino, Segato, Battarra, Romano, Caroli, Meneguzzo, Maiorino, Manganelli, Vitiello, Civita, Carnemolla, De Felice, Gasbarrini, Izzo, Notte, Montano, Iovino, Giannì, Tafuri, Pratesi, e Alfano. Proseguono mostre a Instabul, Miami, al Museo di Arte Moderna di Tokyo, al Museo Municipale de arte de Mendoza di San Juan, all’Istituto Italiano della Cultura di Buenos Aires, in alcune città della Slovenia, a Salisburgo, ad Innsbruck, a Zurigo. Il percorso artistico di Mario Lanzione è pubblicato, tra gli altri, da: Enrico Crispolti – editrice “Electa”, e “Mazzotta”, Milano; Luigi Paolo Finizio – editrice “Mazzotta”, Milano“ e I.G.E.I.”, Napoli; Rosario Pinto – editrice “Liguori” e “I.G.E.I.”, Napoli; Antonio Gasbarrini – “editrice “Angelus Novus”, L’Aquila; Mario Maiorino – editrice “I.G.E.I.”, Napoli; Vitaliano Corbi – editrice “Paparo”, Napoli. Realizza installazioni per Enti pubblici e privati e, le sue opere figurano in musei e collezioni d’arte. Dal 2012, con la fiera internazionale d’arte contemporanea di Bari e con la collettiva sui percorsi storici dell’arte in Campania (dal 1950 al 2010) fa parte dell’Artestudio-gallery di Benevento. Vive e lavora a Benevento.

 

Galleria d’Arte Contemporanea “ KOUROS”

Via Magenta N. 86/88 – Aversa

Mario Lanzione in Percorsi Geometrici ( 1989 -2009 )

dal 3 al 15 ottobre 2015

Info e Contatti : Tel.3339242084. mariolanzione@alice.it

 

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Form Group per allestimenti fieristici innovativi in Italia e all’estero

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Garibaldi non fu mai a Teano – intervista a Carlo Antuono

Arriviamo quasi puntuali, io e Andrea, con 4 minuti di ritardo, entrambi interessatissimi, per ragioni simili ma presupposti diversi, all’Unità d’Italia. Il prof. è là che aspetta, in piedi, con 2 libri sotto il braccio e sta telefonando, forse preoccupato del nostro ritardo.

“La stavo chiamando perché non la vedevo arrivare”. Mi da del lei e la cosa mi fa strano visto che il prof. Antuono ha più o meno l’età di mio padre.

Ci sediamo per una chiacchierata informale, gli chiedo se posso registrarlo almeno in audio, per il video mi smonta subito, non se ne parla, “l’audio si, ma solo perché sei amico di mio figlio e mi fido”.

Inizia a raccontarci da lontano, fa riferimenti, spesso, al libro del 2011, di cui questo “Garibaldi non fu mai a Teano” è completamento. Ci mostra foto, ci racconta le fonti e la rielaborazione storiografica che ha realizzato negli ultimi 5 anni di lavoro.

Il prof. è un fiume in piena, non riusciamo a tenergli testa tanto è grande l’entusiasmo, vuole raccontarci tutto e noi, nella fase iniziale, lo facciamo parlare.

Gli faccio 2 domande, una sulle fonti che ha utilizzato, l’altra su la reazione dei suoi concittadini (Antuono è cittadino di Teano) all’uscita di quest’altro libro.

Sulle fonti la risposta è molto esauriente, ci mostra documenti, inediti, nuove teorie, ringrazia tutti quelli che hanno contribuito, tra cui il senatore Di Muccio che ha fornito la foto ORIGINALE della lapide teanese che recava la dicitura Quadrivio di Caianello, poi cambiata con la dicitura Teano, poi passa alla nota dolente.

“Mi stanno massacrando sui social network ma, per fortuna, io non sono su Facebook, preferisco impiegare in maniera differente il mio tempo.” E’ un uomo sereno, forte di quella forza che hanno solo gli uomini che sono dalla parte del giusto e della Verità.

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Mentre chiacchieriamo piacevolmente ecco chiedermi “ha una penna?” (avevamo concordato di darci del “tu” ma continuerà a darmi del “lei” per tutta l’intervista).

“Ora vi dimostro con un disegno la mistificazione di Boragine, che non era un fesso”. E così inizia a farci un disegno (che vi mostreremo in video in un prossimo articolo), dove ci spiega in maniera chiara, semplice e concisa, le immense falle della teoria del Boragine, sulla quale si basa tutta quanta la “ricostruzione” errata dell’Incontro di Teano. E noi restiamo, così, a bocca aperta a guardare la penna che sfiora il foglio, prima il disegno del quadrivio, poi il posizionamento delle truppe e poi il “perché” non poteva essere possibile che l’incontro fosse avvenuto a Teano. Una fonte inesauribile di informazioni.

“Garibaldi non fu mai a Teano” si basa principalmente sullo scardinamento preciso e possente di tutte le teorie costruite ad arte dal Boragine, teorie che, insieme alla “relazione del 1926” scardinata nel libro del 2011, facevano parte di una sorta di “complotto campanilistico” per dare ad una città (tra l’altro per la sua storia, Teano, non ne avrebbe affatto bisogno) la paternità di un evento che invece spettava ad altro Comune.

A questo punto Andrea azzarda una domanda, un po’ fuori dagli schemi, chiedendo un’opinione sulla vera storia del Risorgimento italiano e se questo incontro fosse, in realtà, avvenuto davvero.

“L’incontro è sicuramente avvenuto, la montagna di testimonianze storiche non si può ignorare. Diverso è, forse, il significato che ebbe. Il popolo non conosceva neanche Vittorio Emanuele II, non lo amava, non credeva in lui. Per molti, in queste terre, l’eroe era Garibaldi perché aveva promesso libertà e democrazia, era Repubblicano. Probabilmente in molti non si aspettavano di essere dominati da un’altra monarchia. Nel finale in questo libro, non per cavalcare il revisionismo di questo periodo, ho proprio parlato di ARMATE di OCCUPAZIONE.”

Ci lasciamo con un saluto, e un dono prezioso, un libro straordinario, pieno di spunti storici interessanti sulla nostra terra, ma “Garibaldi non fu mai a Teano” è molto di più, perché al suo interno c’è il lavoro di un uomo giusto che ha preferito scrivere e studiare la VERITA’ anziché perdersi in inutili, stucchevoli e anacronistiche guerre di campanile.

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GLARA GARESIO IN COLOURS

Si inaugura domenica 27 settembre alle ore 17.30 la mostra Colours di Clara Garesio a cura di Antonella Ravagli presso ‘O Fiore Mio di Faenza. Dopo la tappa bolognese, l’evento si sposta a Faenza dove rientra nel programma del XX Raduno annuale dell’Associazione Ex-Allievi dell’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “G. Ballardini” di Faenza. Per la prima volta a Faenza dopo l’acquisizione al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza nel 2011 del suo grande bassorilievo Blue Mandala la ricerca di Clara Garesio carica dell’inconfondibile calore-colore partenopeo. Come ci dice Antonella Ravagli : “ Il viaggio nella ceramica di Clara Garesio ha inizio nella nativa Torino, dove sin da piccola ha dimestichezza col materale fittile. Prosegue gli studi al “Ballardini” di Faenza, al cospetto di maestri quali Angelo Biancini, Anselmo Bucci, Tonito Emiliani e Giuseppe Liverani. Sin dagli albori della sua carriera non mancano premi e riconoscimenti, tra cui il 1° Premio al XIV Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza (sez. studenti) nel 1955, con Guido Gambone in commissione. Subito la cattedra in decorazione e tecnologia ceramica all’Istituto d’Arte di Isernia; successivamente la docenza all’Istituto per la Porcellana “Caselli” a Napoli. Sarà proprio quest’ultima realtà a segnare profondamente il destino di Clara, sia dal punto di vista personale, sia per quanto riguarda il suo percorso artistico. La frequentazione delle manifatture della costiera amalfitana la spinge a dare sempre più risalto ad una poetica semplice e spontanea che trova il suo principale “medium” nella vivace policromia. La tridimensionalità, ricavata principalmente dalla stratificazione di superfici, diventa spesso un espediente per dar vita a infinite combinazioni cromatiche, tanto da parlare di scultopitture. Il risultato sono brevi “poemetti visivi”, i cui “versi”, ricavati dal ritmato inseguirsi di forme e colori, danno vita ad un gioco di rimandi che si traduce in divertimento contagioso”.

Clara Garesio (Torino 1938) si forma all’I.S.A. della Ceramica di Faenza. Ha sempre insegnato arte e tutt’oggi prosegue l’attività didattica in ambito artistico presso la Società Umanitaria. Ha condotto una personale e costante ricerca artistica nel campo della ceramica – pur praticando svariati altri ambiti espressivi – conseguendo prestigiosi riconoscimenti e producendo interventi ornamentali per opere pubbliche e pregevoli pezzi per collezioni italiane ed estere: Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, Commissione Europea di Bruxelles, MIAAO di Torino, MIC di Faenza (RA), Museo “Manuel Cargaleiro” di Vietri sul Mare (SA), Museo della Ceramica di Castellamonte (TO), Museo della Ceramica di Vietri sul Mare (SA), Museo d’Arte Ceramica di Ascoli Piceno, MARCON di Cerreto Sannita (BN), Raccolta Internazionale d’Arte Ceramica Contemporanea di Castelli (TE), MISA di Faenza (RA). Nel corso della sua carriera artistica, ha partecipato a rassegne d’arte in Italia e all’estero ed esposto in numerose personali, tra le quali: “Una infinita primavera” (Museo della Ceramica di Villa Guariglia, Vietri sul Mare (SA)), “Approdi desiderati” (Linee Contemporanee, Salerno), “1 passione, 2 mani, 3 elementi… Clara Garesio!” (San Salvatore de Fondaco, Salerno), CON-CRETA-MENTE (Villa Rufolo, Ravello (SA)) curata dalla Soprintendenza BAPPSAE di Salerno, “Ceramiche – timeless glamour” (Galleria Terre d’Arte, Torino), Mostra Premio alla Carriera “Viaggio attraverso la Ceramica” del Museo  “Manuel Cargaleiro”, Vietri sul Mare (SA), Dejà-vu alla Grafica Campioli, Monterotondo (RM).

 

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PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA VERRA’ ESPOSTA LA SEDIA DI VAN GOGH PRESSO LA FONDAZIONE MAGNANI ROCCA

Nasce dal prestigioso rapporto di collaborazione tra la National Gallery di Londra e la Fondazione Magnani Rocca questo evento unico che, per la prima volta in Italia, permette di ammirare nella Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo (Parma) una delle icone della Storia dell’Arte mondiale: La sedia di Van Gogh (1888). Il celebre ed enigmatico quadro di Vincent Van Gogh viene esposto al pubblico dal 25 settembre all’8 dicembre 2015. Questa è l’unica occasione per vedere l’opera nel nostro Paese al di fuori della sua sede storica. Lo splendido dipinto – eseguito durante il soggiorno del pittore ad Arles, quando egli intendeva creare una comunità di artisti nella celeberrima ‘Casa gialla’ di place Lamartine – venne concepito insieme a un altro, La sedia di Gauguin (1888). È infatti proprio attraverso il rapporto con Gauguin che si comprende l’assenza/presenza della vagheggiata collaborazione tra i due artisti, fortemente idealizzata, di fatto durata solo nove settimane e che trova nel motivo della sedia l’emblema di un desiderio artistico travagliato, un autoritratto a tutti gli effetti, che racchiude un’enigmaticità che prelude ai drammatici eventi successivi, fino alla tragica morte di Van Gogh. Si manifestano in questo modo la dichiarazione di umiltà e l’introduzione alla vita più intima del pittore già proposte nel dipinto La stanza di Vincent ad Arles (1888), con la stessa sedia inserita come una firma personale, e quelle che l’artista chiamava dècorations ad abbellire le pareti del suo rifugio privato. La ricerca di un ideale domestico ordinato che rispondesse ai desideri dell’artista, ma di fatto non certo alle sue inclinazioni, trova oggi una speciale presentazione nella Villa sede della Fondazione, il cui proprietario Luigi Magnani aveva saputo, all’opposto, con grande ordine, valorizzarne gli ambienti con opere di fine gusto estetico e grande rilievo artistico. Oggi, l’umile sedia di Van Gogh – con la pipa dell’artista in primo piano e la cassetta delle cipolle dove campeggia la celeberrima firma Vincent – viene offerta eccezionalmente allo spettatore in un nuovo allestimento nella sala più sontuosa della Villa, tra i preziosi arredi in stile Impero, in dialogo inedito con le opere della collezione permanente, che vanta nomi di artisti tra i più famosi al mondo. Originale celebrazione della creatività di un pittore diventato mito, che aveva compreso, precorrendo i tempi, il nuovo senso che avrebbe di lì a poco intrapreso la storia dell’arte. Come ci dice Stefano Roffi Curatore artistico della Fondazione : “È un grande onore essere riusciti a portare in Italia per la prima volta un capolavoro talmente intenso che talvolta persino commuove coloro che hanno la fortuna di poterlo ammirare dal vero. Vorrei che il pubblico si ponesse davanti a questo quadro non soltanto come a un’icona assoluta dell’Arte, ma anche come a uno struggente testamento dell’artista, traccia eterna della sua disperata passione per la vita e per la pittura” .

 

Fondazione Magnani Rocca

Via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo –Parma

Vincent Van Gogh – La Sedia

dal 25 settembre all’ 8 dicembre 2015

Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto lunedì 7 dicembre. Aperto anche tutti i festivi.  Ingresso: € 9,00 e € 5,00 per le scuole.

Info e Contatti : Tel. 0521 848327- 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it- www.magnanirocca.it

 

sedia di Van Gogh

ANNAMARIA ANGELINI IN EFFEMERIDI PRESSO LO SPAZIO LIBERO MILANO

Si inaugura sabato 26 settembre 2015 alle ore 18,30 allo Spazio Libero 8, la mostra di Annamaria Angelini Effemeridi a cura di Virgilio Patarini. La mostra si potrà visitare fino al 2 ottobre 2015. In esposizione una ventina di opere fotografiche, una selezione della produzione degli ultimi anni dell’artista ligure, tutta incentrata sulla ricerca della luce allo stato puro. Come ci dice Virgilio Patarini : “E’ luce la materia di cui sono fatte le fotografie di Annamaria Angelini. Luce allo stato puro. Luce – colore. Laddove il colore e la luce sono colti con tale sapienza tecnica e di composizione da sembrare altro da sé. Da sembrare pittura su tela: luce dipinta, stesa velatura dopo velatura sulla tela. Una luce calda, leggera, a tratti friabile, impalpabile. Una luce pulsante, che si irradia dal centro della fotografia, che si irradia e conquista, con fluidità, ogni centimetro quadrato della superficie, con vibrazioni fitte e modulate, inquiete, che sembrano vivere di un afflato vitale, che a tratti si sfaldano, si addensano, si distendono. Ogni vibrazione di colore è un piccolo sospiro trattenuto, un fremito appena percettibile, un palpito solo accennato. La trasparenza è il tema ricorrente di tutte queste opere, che si presentano quindi al nostro sguardo come un vero e proprio ciclo tematico, anche stilisticamente coerente. O che si squadernano ai nostri occhi come una serie di capitoli di un unico ampio, articolato racconto. Ogni foto una pagina, uno spunto narrativo, una epifania”.

Biografia di Annamaria Angelini

Annamaria Angelini Chiarvetto vive e lavora in Liguria: dipinge,  lavora la creta, scrive poesie. Ha già pubblicato tre libri di poesia: “Grani di sabbia”, “Nel cuore dell’inverno” e “Gioco alterno”  mentre è in uscita un quarto intitolato “Effemeridi”; ma è conosciuta soprattutto per le sue foto aniconiche a cui è arrivata  dopo anni di reportages  di viaggio. Nello scorrere del tempo cambiava il taglio delle inquadrature che divenivano sempre più sintetiche. All’inizio del nuovo millennio passò alle foto astratte: macro di particolari di fiori che divenivano piani e volumi di colori, studi sulla luce solare scomposta e su quella artificiale. Non elabora mai le foto, sino a poco tempo fa analogiche ora anche digitali, perché ritiene di produrre qualcosa di più genuino che esce dall’inconscio. Secondo i critici le sue foto sono metafisiche e oniriche, un ossimoro  utopico e ucronico. Sente molto la forza del colore. Ha esposto in Personali e Collettive in molte città Italiane e all’estero da Parigi a New York, dal Cairo a Hong Kong da Londra a Praga. Tra le molte pagine di critica scritte su di lei, ricordiamo una frase di Ed  McCormack , New York, che scrisse nel suo Magazine  : “… e poi le foto della Angelini fanno danzare gli angeli sulla punta di uno spillo”

 

 

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Alzaia Naviglio Pavese, 8

Annamaria Angelini in Effemeridi

dal 26 settembre al 2 ottobre 2015

Orari : Tutti i giorni dalle ore 15,30 alle ore 19.00, ad ingresso libero

Info e Contatti : Zamenhof Art

Ufficio di Milano – cell. 377.46.89.785 – email: zamenhof.art@gmail.com  sito: www.zamenhofart.it

 

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FRAMMENTI – PRESETAZIONE DEL LIBRO D’ARTISTA SU VERSI DI PIERO MASTROBERARDINO

Sarà presentato sabato 26 settembre a Pompei, nell’ambito della manifestazione “Pompei, un’emozione notturna” presso Parco Archeologico – Piazza Anfiteatro Pompei ,il progetto “Frammenti” libro d’artista su versi di Piero Mastroberardino, ideato e realizzato da Ilfilodipartenope di Lina Marigliano e Alberto D’Angelo. Il libro si compone di una parte testuale – dodici frammenti poetici e una poesia – e una parte iconografica affidata ad altrettanti artisti ai quali è stato chiesto di interpretare, per immagini, ciascuno dei dodici brani. Il componimento centrale, non accompagnato da alcuna illustrazione, si intitola significativamente Solo. Gli artisti partecipanti – scelti da ilfilodipartenope insieme a Maria Savarese sono: Andrea Aquilanti, Mathelda Balatresi, Cristina Balsotti, Lino Fiorito, Giosetta Fioroni, Alessandro Nocentini, Mikayel Ohanjanyan, Roberto Paci Dalò, Vincenzo Rusciano, Donatella Spaziani, Giuliano Tomaino, Carla Viparelli. L’opera di piccolo formato che ciascuno di loro ha creato utilizzando la tecnica a lui più congeniale, dialoga con il frammento poetico a cui si riferisce. Ogni artista ha interpretato solo il brano a lui assegnato autonomamente, senza essere a conoscenza dell’intero corpo del libro. Questa modalità ha consentito di realizzare un contesto composito e vario di lettura e rappresentazione in immagini delle diverse interpretazioni che ciascun artista ha fornito al sentiero poetico tracciato dall’autore. Far accompagnare i versi di Mastroberardino da una controparte visiva è stata una scelta del tutto naturale per un autore che nasce artista visivo e che solo in un secondo momento trova nel componimento poetico un nuovo linguaggio possibile. La sua stessa poesia è poesia che nasce visiva, e più in generale sensoriale, equilibrio di forme, linee, colori che trovano senso nelle parole e luogo ideale sulla pagina bianca. L’opera si compone di tredici piccole cartelle separate, raccolte in un unico contenitore: si pone così in evidenza l’autonomia di ciascun abbinamento frammento-illustrazione, pur componendo, nell’insieme, un progetto coerente ed armonico. Alla presentazione, che si terrà in Piazza Anfiteatro all’interno del Parco Archeologico di Pompei, interverranno: Natascia Festa , giornalista del Corriere del Mezzogiorno e moderatrice dell’incontro Piero Matroberardino , autore Alberto D’Angelo , editore, Lino Fiorito, artista Vincenzo Rusciano, artista Enza Silvestrini , critica letteraria

Coordinate presentazione Sabato 26 Settembre 2015, ore 19 – 22 Ingresso piazza Anfiteatro, Pompei, Parco Archeologico Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti disponibili Prenotazione obbligatoria: 800 600 601- 800 600 601 | dai cellulari e dall’estero +39 06 39 96 76 50- +39 06 39 96 76 50 nei seguenti orari: lun. – ven. 9.00 | 18.00 sab. 9.00 | 14.00

Scheda tecnica libro “FRAMMENTI” Libro d’artista di Piero Mastroberardino Ideato e realizzato da ilfilodipartenope di Lina Marigliano e Alberto D’Angelo Progetto condiviso con Maria Savarese Artisti partecipanti: Andrea Aquilanti, Mathelda Balatresi, Cristina Balsotti, Lino Fiorito, Giosetta Fioroni, Alessandro Nocentini, Mikayel Ohanjanyan, Roberto Paci Dalò, Vincenzo Rusciano, Donatella Spaziani, Giuliano Tomaino, Carla Viparelli.
 

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