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CINZIA LEONE IN DISORIENT EXPRESS

Uno spettacolo che racconta la confusione generata da una forma di democrazia virtual-virale alla quale eravamo impreparati: milioni di persone che improvvisamente, grazie alle infinite opportunità di espressione offerte dalla tecnologia e dalla virtualità, parlano, esprimono opinioni e aggiungono informazioni. Siamo disorientati da un vento di contraddizioni che ci spettina tutti i pensieri.. Questo è il perno del racconto plasmato dall’intelligente e diretta ironia di una predicatrice, previsionista e affabulatrice comica che si immedesima – tra battute, gag e copioni tratti dalla nostra vita quotidiana – nella mente confusa di ognuno di noi.
Si intitola DISORIENT EXPRESS, l’ultimo lavoro di Cinzia Leone scritto a 4 mani con Fabio Mureddu e prodotto da Cristian Di Nardo in scena a Roma il 3 e 4 luglio a Le Terrazze (Palazzo dei Congressi, EUR) e il 17 luglio nell’ambito della rassegna All’ombra del Colosseo. Come ci dice Cinzia Leone :“Non è la storia di un treno che non sa dove andare e di essersi ispirata dai milioni di input che la giungla tecnologica ci offre  “è una fotografia di gruppo in cui ci siamo tutti e tutti abbiamo un’espressione visibilmente disorientata.  Siamo disorientati, sì. Ci aggiriamo nel mondo con l’espressione di nonna nella foto di Natale, scattata dopo che l’hanno rimbambita cercando di farle ricordare i nomi di tutti e trentasei i nipoti.
E come può non essere disorientata un’umanità travolta ogni minuto da un cambiamento? Come possiamo essere sicuri di noi stessi e della realtà che ci circonda se ad ogni notizia sentita in televisione possiamo trovare contemporaneamente la smentita su Internet? Come possiamo accontentarci anche solo di un lavoro qualunque, in un momento in cui, qualunque sia il lavoro non ti pagano e il massimo che puoi farci è mettertelo nel … curriculum? Come possiamo rilassarci con lo zapping, se, anche potendo scegliere tra centinai di canali, troviamo ovunque la stessa cosa: gente che canta o che cucina?” Per raccontare tutto questo in una sola rappresentazione, che la vede interagire sul palco insieme allo stesso Mureddu e ad una serie di proiezioni, Cinzia affronta i contenuti provando ad aggiornarli in tempo reale, esattamente come avviene nei programmi in diretta, come se ci fosse una redazione costantemente connessa al mondo esterno in tutte le sue inaspettate varianti. Credetemi sulla parola, la realtà vista così è destabilizzante e comica allo stesso tempo perché i cambiamenti e le contraddizioni continue la rendono invisibile. E’ per questo che siamo disorientati, proprio come treni che viaggiano senza un binario e che non sanno dove andare.”

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Biografia di Cinzia Leone

Cinzia Leone nasce a Roma il 4 marzo del 1959 da madre padana e padre americano.
Attratta fin da piccola, ma non del tutto consapevolmente, dal mestiere di attrice, esordisce a teatro nel 1981 con “Polvere di stress”, ma il debutto definitivo avviene nel 1988, quando viene scelta da Serena Dandini per il programma comico “La TV delle ragazze”, nel quale Cinzia dà modo di farsi conoscere al grande pubblico con personaggi come quello di Francesca Dellera e della vicina pazza.
Nello stesso anno Cinzia debutta anche sul grande schermo con la commedia dei fratelli Vanzina “Le finte bionde”. Nell’anno successivo partecipa alla seconda stagione della “TV delle ragazze”, e l’anno dopo è la volta di “Scusate l’interruzione”: memorabile il suo personaggio di Edwige Fenech.
Nel 1990 è nel cast del film di Carlo Verdone “Stasera a casa di Alice”, con Sergio Castellitto e Ornella Muti.
L’anno successivo è tra i protagonisti del capolavoro di Mario Monicelli “Parenti serpenti”, a fianco di altri grandi interpreti quali Pia Velsi, Paolo Panella, Marina Confalone, Alessandro Haber e Monica Scattini.
Nello stesso anno Cinzia Leone entra a far parte del gruppo di “Avanzi”, trasmissione che si propone di dare spazio agli “avanzi”, agli scarti della televisione.
Tra i personaggi indimenticabili di Cinzia c’è senza dubbio quello di Francesca Dellera e di Marisa Laurito. Nel dicembre del 1991, durante la proiezione del film “Donne con le gonne” di Francesco Nuti, in cui Cinzia aveva preso parte, viene colpita da un’emorragia cerebrale causata dalla rottura di un aneurisma congenito, e trasportata inizialmente all’ospedale San Giacomo, e successivamente al San Camillo di Roma, viene poi operata al Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona. Tre mesi dopo è di ritorno in Italia e nell’aprile del 1992 è di nuovo in pubblico, alla RAI, in occasione della presentazione di “Senator”, sceneggiato interpretato da Pippo Franco.
Nello stesso anno Cinzia ritorna in televisione con la seconda edizione di “Avanzi”, dove porterà un nuovo e amatissimo personaggio a chiarire le idee sulle nuove tasse da pagare: la signorina Vaccaroni, impiegata all’ufficio imposte.
Ha detto Cinzia sul suo personaggio: “Lo stato dimostra di essere molto creativo sui nuovi pagamenti che devono fare i cittadini. Come impiegata modello dell’ufficio imposte, cercherò di spiegare tutti i meccanismi”.
Arriva anche il personaggio di Rosa Russo Jervolino, che dopo aver bocciato i fumetti di Lupo Alberto, presenta la sua nuova campagna per l’educazione sessuale dei bambini.

”I personaggi messi in scena ad Avanzi” – ha detto Cinzia – “non sono imitazioni come in altri programmi di satira tv, ma sono indicativi di una certa mentalità, di stati d’animo che la televisione in genere, non consente di mettere in ridicolo.” Il 12 marzo del 1993 va in onda l’ultima puntata di “Avanzi”, in cui Cinzia Leone vestirà i panni di Serena Dandini, e la signorina Vaccaroni si trasferirà definitivamente in Camerun con le “pizze di fango”. Il 1994 è l’anno di “Tunnel”, la nuova trasmissione di Serena Dandini che punta come sempre sulla satira politica, sulla cronaca e sull’attualità, dove Cinzia si presenta nei panni di Alessandra Mussolini. Al termine del programma, Cinzia prende parte alla serie poliziesca “Occhio di falco”, in cui interpreta l’inaffidabile e scapestrata sorella del protagonista Gene Gnocchi: “una tipa che si lancia in mille avventure e crede più o meno a tutto quello che le dicono”. Nello stesso anno è a teatro con la commedia graffiante e divertente di Duccio Camerini, “La serva del negro”, in cui divide la scena con Salvatore Marino.
Giada Peroni è una professionista in carriera, agguerrita e arrogante, ossessionata da manie di protagonismo. Viene consigliata dal suo analista di ritrovare la sua femminilità che sta svanendo, accettando un lavoro, il più umile possibile. Seguendo questa indicazione Giada, si presenta come donna delle pulizie a Raul, un uomo di colore in apparenza sicuro, vincente, in realtà continuamente in preda a crisi depressive, perennemente in ansia. Nel 1995 Cinzia è sul set di “Selvaggi” con Ezio Greggio, Antonello Fassari, Emilio Solfrizzi, Leo Gullotta e Monica Scattini, per la regia dei fratelli Vanzina. Il 1996 segna l’inizio della carriera teatrale “One Woman Show”, con lo spettacolo “Questo spazio non è in vendita”, scritto dalla stessa Cinzia Leone, con Fabio Di Iorio. Monica Luccisano, che l’ha intervistata al teatro Erba dopo aver visto lo spettacolo, ha detto: “Ci siamo divertiti un mondo durante lo spettacolo, ci siamo liberati da quelle tensioni che sempre ci portiamo addosso, anche quando entriamo in un teatro, riconoscendoci ridicoli nei nostri luoghi comuni, come lo smitizzato spaghetto aglio olio e peperoncino, o la catena di insulti che lanciamo quando siamo al volante, e nel nostro stupido buon senso, che ci permette di commuoverci di fronte alle tragedie del terzo mondo in Tv, e di negare 500 lire al marocchino per la strada, e ci siamo sentiti, attraverso un sorriso e un’ironia incalzanti, stimolati ad essere più vivi e creativi”. Sempre nel 1996, Cinzia è sul set del film “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica” di Lina Wertmuller: nel cast Tullio Solenghi, Veronica Pivetti, Gene Gnocchi e Piera Degli Esposti.

Nel 1998 è di nuovo a teatro con il suo secondo spettacolo, “Strana forte la gente”, sempre scritto a quattro mani con Fabio Di Iorio.
Anche in questo testo è la vita di tutti i giorni a fungere da spunto di riflessione per dare vita ad esilaranti momenti di comicità.
“Gente che lascia la macchina parcheggiata in seconda fila, la chiude, mette l’antifurto e poi evapora! Gente che truffa continuamente i propri simili cercando di vendere al prossimo qualcosa di cui ha bisogno di liberarsi ma che descrive all’altro come un affare, perché non se ne vuole solo liberare, ci vuole anche guadagnare. Gente che resta ore ad ascoltare le segreterie telefoniche che ti dicono di attendere, ma noi con le musichette delle attese telefoniche ci facciamo proprio le feste! Strana forte la gente!”  L’anno seguente è la volta della fiction “Ma il portiere non c’è mai?”, con Giampiero Ingrassia e Anna Mazzamauro, dove Cinzia interpreta Angela, una vigilessa sposata con l’aspirante scultore Remo, interpretato da Stefano Masciarelli. Nel 2001 Cinzia debutta a teatro con il nuovo e fortunatissimo spettacolo comico, “Rodimenti”, scritto con Fabio Mureddu ed Enzo Ferrara, e con la partecipazione di Luca Scapparone. 
Ha detto Cinzia: “Lo spettacolo si propone come una sorta di terapia di gruppo contro le ansie quotidiane, per capire cosa c’è sotto i nostri comportamenti più sconnessi.” E aggiunge: “I rodimenti fanno parte della nostra vita, e sono il motore della nostra esistenza.” Dopo aver portato “Rodimenti” nei teatri di tutta Italia, è la volta dello spettacolo “Poche idee ma molto confuse” del 2005, in cui si racconta di una realtà che a detta della Leone, non è mai stata così spettacolare, e in cui ogni banalità viene trasformata in un grande evento, perché ormai nessuno si accontenta più della realtà così com’è.
Se nel precedente “Rodimenti” la realtà del quotidiano era in primo piano, in questo spettacolo è prende piede l’invito a separare i livelli di realtà e di finzione, prendendo di mira i sotterfugi che ognuno di noi adotta per non vedere la realtà, i tentativi che facciamo per spostarla…da un’altra parte, o per renderla più spettacolare di quanto non sia, cercando di darle un valore aggiunto. Nel 2007 ritroviamo Cinzia al cinema con “Nero Bifamiliare”, opera prima di Federico Zampaglione, e nel film di Sabina Guzzanti “Le ragioni dell’aragosta”, dove la preparazione di uno spettacolo progettato per attirare l’attenzione dei media sullo spopolamento delle aragoste nel mare della Sardegna occidentale, diventa l’occasione per riunire parte della banda di “Avanzi” 15 anni dopo. Nello stesso anno Cinzia porta in teatro il suo nuovo monologo, “Outlet”. “Perché” – spiega lei stessa – “siamo molto più outlet noi degli outlet stessi.
Outlet è un’analisi sociale, cerca di indagare sul perché siamo così ossessionati dal risparmio. E’ come se avessimo paura di finire i soldi che ci servono per poter continuare a comprare gli oggetti che sostituiscono le affettività mancanti. Nel mio spettacolo a un certo punto dico: risparmiamo il più possibile, ma soprattutto ci risparmiamo il più possibile, siamo delle centraline di risparmio viventi, siamo outlet che camminano, risparmiamo su tutto. Ma purtroppo anche sull’amicizia, sull’amore, sul coraggio.” Nel 2010 Cinzia interpreta Belinda in “Colpo di fulmine”, fiction di canale 5 diretta da Roberto Malenotti, con Lola Ponce, Roberto Farnesi e Fabio Testi, una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola. Nel novembre dello stesso anno Cinzia debutta nuovamente a teatro con la sua ultima fatica “Mamma, sei sempre nei miei pensieri. Spostati!”, scritto con Fabio Mureddu – che ne cura anche la regia – con la collaborazione di Federica Lugli.
“Non è uno spettacolo sulle mammine” – ci tiene a precisare Cinzia – “bensì sulla “mammità”, sul significato di “essere madre” e sull’analisi della madre che è dentro tutti noi. Perché ognuno pensa di agire per conto proprio, ma c’è sempre il fattore mamma dentro di noi, che è lì pronto a condizionarti. Al di là della figura materna, è la nostra crescita che viene messa in discussione, in ogni nostra azione dobbiamo capire dove finisce il condizionamento materno e dove cominciamo noi.” Attualmente Cinzia è impegnata nella tournée teatrale di “Mamma, sei sempre nei miei pensieri. Spostati!”

Da un’idea di Cinzia Leone

con Fabio Mureddu

Regia: Fabio Mureddu ed Emilia Ricasoli

Musiche: Marco Schiavoni
Scenografie: Adriano Betti
Costumi: Francesca Mescolini
Consulenza artistica: Giuliano Perrone
Un ringraziamento speciale a Gianluca Giugliarelli
Si ringraziano per la preziosa collaborazione:
Daniele Falleri, Mauro Fratini, Pietro Sparacino, Sara Vannelli

3–4 luglio 2015
Le terrazze
Palazzo dei congressi EUR
Piazza J.F.Kennedy 1
Info e prenotazioni Tel: 06 54221107- 06 54221107

17 luglio 2015
All’Ombra del Colosseo
Parco Celio – Colosseo
Ingresso Via Di San Gregorio – Parco Del Celio – Roma
Info: Tel: 366 4188060-366 4188060

SERGIO FERMARIELLO IN MOSTRA PRESSO VILLA SAN MICHELE –ANACAPRI

Si inaugura domenica 05 luglio alle ore 19.00 la mostra del maestro Sergio Fermariello a cura di Maurizio Siniscalco presso la “Loggia delle sculture” di Villa San Michele ad Anacapri. La mostra si potrà visitare fino al 2 agosto 2015. L’esposizione è organizzata da ArteAs – Associazione Culturale e dalla Fondazione Axel Munthe  –  Villa San Michele, presenta l’ultima produzione dell’artista napoletano. Con il Patrocinio di Embassy of Sweden in Rome, Consulate of Sweden – Island of Capri, Città di Capri, Comune di Anacapri, UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janeiro e Femptec – Fundação de Gestão de Projetos di Rio de Janeiro. L’esposizione presenta un ciclo di 21 opere inedite realizzate in esclusiva per questa occasione: 7 tele su acciaio 40×40 cm, 7 tavole di acciaio a sbalzo 30×30 cm e 40×27 cm, e 7 opere in acciaio cor-ten 40×27 cm e 50×37 cm. Lasciandosi influenzare dalla bellezza seducente di Villa San Michele e dalle sue numerose testimonianze storico-artistiche e archeologiche, Fermariello si sofferma sulla sfuggente presenza della sfinge che si trova alla fine della passeggiata verso il belvedere. Spingendo il suo sguardo verso la terra ferma, indifferente e immobile, la figura mitologica dal corpo di leone e testa umana volge le spalle al visitatore: questo suo sottrarsi, il suo sguardo negato rimanda ai meccanismi di alienazione che regolano le dinamiche della società odierna, che si nega nel momento stesso in cui sembra offrirsi. E sembra quasi che l’artista voglia “rispondere” a questo silenzio con la sua opera, con cifra stilistica altrettanto “silenziosa” e non invadente, posizionando con attenzione e senza timore reverenziale, una serie di opere a fare da eco ad una domanda rimasta inevasa. L’universo di Fermariello pervade la Loggia delle Sculture trasformandola in un’officina di tracce, un insieme di visioni e stilemi che hanno come riferimento quella particolare forma di energia intesa come spinta di attivazione primaria, come principio creativo attivo. Il suo segno prende vita e conquista la terza dimensione perché necessita di conquistare lo spazio, divenendo una vera e propria presenza fisica e materica che pare non subire gli effetti della gravità.

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Biografia di Sergio Fermariello

Sergio Fermaniello nasce a Napoli il 29 aprile 1961. Dopo gli studi scientifici e il diploma di Liceo Scientifico della sua città frequenta i corsi di Scienze Naturali presso l’Università di Napoli. Dall’età di vent’anni decide di dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. La sua ricerca parte dal recupero dei modelli, memorie familiari che si estendono poi ad una ricerca più approfondita di archai universali nel recupero di un’inconscia memoria colletiva. Nel 1989 espone per la prima volta in una personale alla Galleria Lucio Amelio con la quale intraprende una lungo collaborazione di lavoro. Nello stesso anno ottiene il “Premio Internazionale Saatchi & Saatchi per giovani artisti” in occasione della prima edizione del premio tenutasi presso il Palazzo delle Stelline di Milano. In seguito espone in diverse mostre personali tra le quali quella alla Galleria Il Capricorno di Venezia nel 1990 e alla Galerie Yvon Lambert di Parigi nel 1992. È anche presente in alcuni importanti appuntamenti internazionali quali la mostra Metropolis alla International Kunstausstellung di Berlino del 1991 e la mostra Les pictographes al Musée de l’Abbaye Sainte-Croix di Les Sables-d’olonne dove Didier Ottinger lo invita ad esporre i suoi lavori accanto a dipinti di Klee, Miró, Picasso, Penck, Sanejouand. Nel 1993, ad appena 32 anni, è chiamato da Achille Bonito Oliva a partecipare alla XLV Esposizione Internazionale Biennale d’Arte Venezia con una sala personale nel PAdiglione Italia all’interno della mostra Opera Italiana – Trittici. Per l’occasione presenta due grandi opere costituite da tre pannelli in cui sviluppa la figurazione essenziale dei Guerrieri, motivo che percorre l’intera ricerca dell’artista fin dall’89. Nel 1995 espone nella mostra Opus Alchemico alla Galleria In Arco di Torino alcuni lavori a carattere tridimensionale, a metà strada fra la pittura e la scultura che costituiscono una tappa ulteriore nel giovane percorso dell’artista.

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Villa San Michele –  Anacapri

Sergio Fermariello

Dal 5 luglio al 2 agosto 2015

Orari : dal lunedì  alla domenica dalle ore  9.00 alle ore 18.00

Info e Contatti : Villa San Michele

Fondazione Axel Munthe  – Viale Axel Munthe 34

80071 – Anacapri (Napoli)

www.villasanmichele.euevents@sanmichele.org

tel. +39 081 837 14 01 – fax +39 081 837 32 79

MAURIZIO NANNUCCI IN WHERE TO START FROM PRESSO IL MUSEO MAXXI DI ROMA

Il MUSEO MAXXI dedica a Maurizio Nannucci, tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana dagli anni Sessanta a oggi, una grande mostra dal titolo Where to start from, a cura di Bartolomeo Pietromarchi. La mostra si potrà visitare fino 18 ottobre 2015. La mostra esplora lavori di matrice storica e più recenti, che interagiscono tra loro attraverso un percorso di luci, colori, forme, scrittura e suoni. Due nuovi lavori sono stati realizzati per questa esposizione tra cui l’installazione sonora interattiva Sound Samples e More than meets the eye una grande opera per la facciata del MAXXI che, grazie agli Amici del MAXXI, entrerà a far parte della collezione del museo. Dagli anni Sessanta, Maurizio Nannucci, punto di riferimento per diverse generazioni di artisti, architetti, musicisti, critici e curatori, esamina il rapporto tra arte, linguaggio e immagine. La sua ricerca, da sempre caratterizzata dal dialogo tra discipline diverse, esplora la relazione tra luce, colore, suono e spazio reale e immaginato, che diventa particolarmente evidente nelle sue grandi scritte al neon. Quello di Nannucci è un lavoro concettuale un’indagine tra cultura e società con un forte legame tra architettura e paesaggio urbano  il cui linguaggio restituisce alle singole parole un valore simbolico e spaziale. Come ci dice Maurizio Nannucci    in riferimento alla sua ricerca “Credo che l’immagine superi i limiti della rappresentazione, diventando un’immagine mentale, un’immagine virtuale, un’immagine nata da un sogno o un sogno ad occhi aperti, una immagine vista e relativa, che può essere evocata da una parola, un suono o un odore. La stessa cosa vale per le immagini che si riferiscono e richiedono l’assenza di un oggetto; non le limito e non le riduco a una figura, ma do loro libertà e autonomia fantastica…” Con la mostra Where to start from si afferma l’importanza e la centralità dell’indagine artistica di Nannucci i cui lavori, presentati nella Galleria 3 del museo, convivono in un dialogo reciproco. In mostra: l’installazione Anthology (1967/2015…), un indice di testi e concetti in continuo aggiornamento, e la grande parete in neon bianco There is another way of looking at things in un nuovo allestimento pensato per il MAXXI. L’esposizione presenta opere storiche e anticipatrici come le pagine dei Dattilogrammi (1964/1965), Alfabetofonetico (1967), M40 (1967), Corner (1968), Colors (1969) la grande installazione The missing poem is the poem (1969), le esplorazioni sonore (dal 1966) e le serie fotografiche Giardini Botanici (1967) e Scrivere sull’acqua (1973). Parte integrante della mostra è la presentazione dei multipli che l’artista ha prodotto dagli anni Sessanta ad oggi: oltre cento edizioni tra multipli, libri e dischi d’artista, foto, riviste, ephemera, che restituiscono un’altra pratica fondamentale del suo lavoro. Si tratta di un percorso in cui le opere interagiscono con lo spazio del museo, mutandolo percettivamente come nel caso dell’istallazione sonora Sound Samples. Questo lavoro crea un ulteriore collegamento ideale al vicino Auditorium Parco della Musica per il quale l’artista ha realizzato, in collaborazione con Renzo Piano nel 2002, una grande installazione permanente di testi al neon dal titolo Polifonia.

Roma 23 04 2015, Museo MAXXI. Inaugurazione Maurizio Nannucci ''Where To Start'' e YAP Young Architect Projects 2015. ©Musacchio&Ianniello ****************************************************** NB la presente foto puo' essere utilizzata esclusivamente per l' avvenimento in oggetto, per una ripresa dello stesso o comunque per pubblicazioni riguardanti la Fondazione MAXXI ********************************************************
Roma 23 04 2015, Museo MAXXI. Inaugurazione Maurizio Nannucci ”Where To Start” e YAP Young Architect Projects 2015. ©Musacchio&Ianniello
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Biografia di Maurizio Nannucci

Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) è uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi decenni tra i più conosciuti internazionalmente. Sin dalla metà degli anni Sessanta esplora le complesse relazioni tra arte, linguaggio e immagine, creando inedite proposte concettuali, caratterizzate dall’utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, edizioni e libri d’artista. Sono del 1967 i primi testi in neon che apportano al suo lavoro una dimensione più varia di significati e una nuova percezione dello spazio. L’artista si è sempre interessato al rapporto opera / architettura / paesaggio urbano creando i presupposti per una integrazione tra ambiente, linguaggio, colore e luce, che sono divenuti elementi centrali nel suo lavoro. Su queste basi sono nate negli anni novanta collaborazioni e progetti con Renzo Piano e con altri architetti quali Massimiliano Fuksas, Mario Botta, Nicolas Grimshaw, Stephan Braunfels. Maurizio Nannucci è stato invitato più volte alla Biennale di Venezia, a Documenta di Kassel, alle Biennali di Sao Paulo, Sydney, Istanbul e ha esposto nei più importanti musei e gallerie di tutto il mondo. In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo dedicato alla mostra (Mousse Edizioni) con saggi critici di Bartolomeo Pietromarchi e Stefano Chiodi e una intervista di Hou Hanru.

Roma 23 04 2015, Museo MAXXI. Inaugurazione Maurizio Nannucci ''Where To Start'' e YAP Young Architect Projects 2015. ©Musacchio&Ianniello ****************************************************** NB la presente foto puo' essere utilizzata esclusivamente per l' avvenimento in oggetto, per una ripresa dello stesso o comunque per pubblicazioni riguardanti la Fondazione MAXXI ********************************************************
Roma 23 04 2015, Museo MAXXI. Inaugurazione Maurizio Nannucci ”Where To Start” e YAP Young Architect Projects 2015. ©Musacchio&Ianniello
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MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Maurizio Nannucci in Where to start from

Dal 26 giugno  al 18 ottobre 2015

Orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì.

www.fondazionemaxxi.it – info: 06.320.19.54; info@fondazionemaxxi.it

Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì.

GIORGIO CELIBERTI IN RIGENERATIOPRESSO IL MAG – MARSIGLIONE ARTS GALLERY DI COMO

Si inaugura giovedì 2 luglio alle ore 18.00 la mostra Rigeneratio di Giorgio Celiberti a cura di Salvatore Marsiglione presso gli spazio istituzionali San Pietro in Atrio promossa dal MAG – Marsiglione Arts Gallery, di Como. 

 

Mostra Istituzionale del Maestro Giorgio Celiberti con il Patrocinidel Comune di Como, del Padiglione Italia EXPO Milano 2015, del SistemaComo 2015 del Canto della Terra, Como Culture Capital 2015 e dell’Associazione Archivio Luigi Russolo. La mostra si potrà visitare fino al 2 agosto 2015. Come ci dice Salvatore Marsiglione: “ Nella linea progettuale della galleria, la scelta di un Grande Maestro che esalta e usa la pittura come fosse parola e lettura, non poteva che cadere su Giorgio Celiberti.

 

 Maestro di grande spessore quanto uomo umile e gentile, egli ha cavalcato gli ultimi 70 anni della storia dell’arte in modo trasversale tra pittura e scultura, dedicandosi da più di 45 anni, alla rappresentazione delle terribili sofferenze inflitte al popolo ebraico e alla grandezza dell’amore!. La mostra “Rigeneratio” è divisa tra gli spazi istituzionali di San Pietro in Atrio e la galleria MAG, con lo stesso concept, La Rigenerazione della vita, della natura, che il curatore Salvatore Marsiglione ha voluto rappresentare con alcune opere inedite e altre già conosciute del Maestro Giorgio Celiberti, che racchiudono un arco di 40 anni di lavoro. Ancora 18enne partecipa, nel 1948, alla prima Biennale d’arte di Venezia del dopoguerra, allievo di Emilio Vedova, lo resterà fino ai primi anni ’50 quando si trasferisce prima a Parigi e poi a Bruxelles per assorbire dai circoli culturali e dalle avanguardie d’oltralpe. Gli ultimi anni ’50 li passa a Londra, dove imperversava l’espressionismo di Bacon e Sutherland, prima di viaggiare e soggiornare anche per lunghi periodi tra gli USA e tutta l’America Latina. Al rientro in Italia si trasferisce per un lungo e fruttuoso periodo a Roma, dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano. Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, ha consentito a Celiberti di avviare un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione. Nel 1965 accade un fatto destinato a modificare in senso radicale la sua arte. Visita il lager di Terezin, vicino Praga, dove migliaia di bambini ebrei, prima di essere trucidati dai nazisti hanno lasciato testimonianze della loro tragedia in graffiti, disegni, in brevi frasi di diario e in un libretto di poesie, testimonianze toccanti della loro tragedia. Il Maestro Giorgio Celiberti in 70 anni di profonda ricerca interiore, è stato invitato alle rassegne d’arte più importanti del mondo tra Oriente e Occidente e ha le sue opere esposte in permanente in importanti musei. La mostra “Rigeneratio” vuole offrire lo spunto per la riflessione su un fatto naturale, un atteggiamento positivo verso ciò che caratterizza la vita di tutti gli esseri viventi da sempre, la rigenerazione della natura come fondamento del nostro viaggio. Collegandoci alla celebre frase di Nietzsche «Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante», il concetto verso la Rigeneratio è direttamente conseguente: la tragedia di quei poveri bambini costretti nel lager, ha permesso loro di trasmettere le loro emozioni, le loro paure, i loro sogni e le loro speranze attraverso quei graffi, segni e piccoli graffiti; il Maestro ha assorbito quelle immagini che gli hanno fatto esplodere una grande energia che covava dentro di se.La natura, immensamente più grande dell’uomo, genera la vita dalla morte, pensiamo alla morte delle piante che attraverso la loro decomposizione danno il nutrimento ai semi che diventeranno prima vita, poi piccole piante, fino a grandi alberi. Il nutrimento dell’anima – la scintilla – può derivare anche dall’assorbimento di una forte emozione fatta di morte, distruzione e desolazione. Rigeneratio”.

 

 

Biografia di Giorgio Celiberti

Giorgio Celiberti è uno degli ultimi artisti viventi ad aver partecipato alla prima Biennale di Venezia del dopoguerra, quella curata dal critico Rodolfo Pallucchini. Inizia a dipingere giovanissimo, imponendosi subito per la sua originalità di linguaggio tanto che, appena diciannovenne, partecipa alla Biennale di Venezia del 1948. Si iscrive al Liceo Artistico di Venezia e poi frequenta lo studio di Emilio Vedova. Grande amico di Tancredi con il quale condivideva la ricerca pittorica di impronta informale in opposizione all’accademismo Nei primi anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove rimane per due anni, e qui entra in contatto con i maggiori rappresentanti della cultura francese; vince poi una borsa di studio a Bruxelles che gli permette di approfondire le sue ricerche sull’Avanguardia. Dopo questo periodo di studio, parte per Londra per poi spostarsi negli Stati Uniti, dove soggiorna in Messico, a Cuba, in Venezuela; da queste esplorazioni ne deriverà quel repertorio di segni che poi rielaborerà negli anni successivi. Durante questo periodo di viaggi continua comunque ininterrottamente la sua attività espositiva nelle gallerie italiane.

 

 

Nel 1965 l’artista riceve un forte impatto emotivo dalla visita al campo di concentramento di Terezin, vicino a Praga, dove migliaia di bambini ebrei prima di essere trucidati avevano lasciato, testimonianze toccanti della loro tragedia. Da quella esperienza realizza il ciclo che lo rende noto al grande pubblico: quello dei “Lager”, costituito da tele preziose per impasti e per cromie, tanto spesse e materiche da proporsi già in forma di bassorilievi. A questi seguono, negli anni Settanta, i “Muri antropomorfici”, opere in cui l’ archeologia entra nella pittura in modo diretto e in cui il tentativo dell’artista è quello di placare l’angoscia per la guerra, per l’ingiustizia sull’uomo, per i pericoli della tecnologia. Da qui derivano i lembi di muri visti nelle celle dei campi di concentramento, in quelle tracce, unica memoria di esistenze annullate. A partire dai primi anni Sessanta Celiberti si dedica anche alla scultura, fino a produrre negli ultimi 15 anni grandi sculture in bronzo, acciaio e pietra. La sua curiosità creativa lo ha portato a dedicare la sua attività artistica anche alla grafica originale, con una produzione molto qualificata di incisioni in bianco e nero e di serigrafie astratte, anche a colori, molto spesse e materiche. Ha esposto in tutto il mondo: Strasburgo, Bruxelles, Salisburgo, Milano, Ferrara, Londra, Torino, Düsseldorf, Roma, Madrid, Parigi, Genova, Venezia, Bologna, Trieste, Livorno e Chicago. Dal 1989 al 1991 ha realizzato un grande affresco presso la Sala Congressi dell’Hotel Kawakyu Shirahama, in Giappone. Nel 1997 è la volta di Villa Manin a Passariano, nel 1998 espone una personale alla Galleria Angel Orentsanz di New York, al Museo di St. Paul de Vence e al Museo di Zagabria. Nei due anni successivi si svolgono sue mostre a Umago, Lubiana e Monaco di Baviera. Nel 2003 Celiberti vince il Premio Sulmona e nel 2004 la sua città natale, Udine, gli dedica una ricca retrospettiva ospitata al Teatro “Giovanni da Udine”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MAG – Marsiglione Arts Gallery

SAN PIETRO IN ATRIO Via Odescalchi, 3 Como

MAG Via Vitani, 31 Como

Rigeneratio di Giorgio Celiberti

Dal 2 luglio al 2 agosto 2015

Orari : tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:30, giovedì, venerdì e sabato fino alle 23:00

Info e Contatti : Tel: +39 3287521463- +39 3287521463

info@marsiglioneartsgallery.com

www.magcomo.it

VINCENZO MAZZA IN ENERO AMARGO PRESSO IL GAY VILLAGE DI ROMA

Sarà presentato sabato 4 luglio 2015 alle ore 21.00 presso il Gay Village di Roma Sala Hit il libro ENERO AMARGO – Gennaio Amaro di Aurora Di Giuseppe e Vincenzo Mazza Edito da Arduino Sacco Editore di Roma . Modera Imma Battaglia fondatrice dell’associazione LGBT Dì Gay Project e del Gay Village di Roma e Consigliera di SEL del Comune di Roma, e Maria Laura Annibali, Presidente DGP. Con la stesura e la pubblicazione del romanzo ENERO AMARGO (trd. Gennaio Amaro) scritto con la giallista Aurora Di Giuseppe che Vincenzo avvia una vera e propria lotta contro l’Omofobia cercando, attraverso le sue storie contraddistinte da una combinazione di emozioni forti, di giungere prima di tutto al pensiero, varcando la vista, poi al cuore del lettore, una persona pronta a dare il suo giudizio esaminando un argomento così delicato, ma anche così scottante in un mondo che pare moderno, tecnologico, ma per certi aspetti sembra non essere mai pronto ad affrontare un tema così unico, originale, come le persone che vivono la loro realtà. Vincenzo pubblica anche una sorta di Prequel di Enero Amargo dal titolo L’ULTIMA RICHIESTA, le trame di questi due libri, sono naturalmente intrecciate. ENERO AMARGO narra  la storia di un ragazzo italoamericano, Geronimo Grace, da tutti conosciuto col nome di Johnny che vince una gara di nuoto, ma per ottenere dalla scuola il brevetto definitivo di Salvagentes (aggettivo per definire il bagnino venezuelano) deve svolgere la nuova mansione durante tutto il mese di Gennaio in Venezuela, precisamente sull’Isola Margarita. Un giorno salva da annegamento una ragazza del posto di nome Alba,  e da quel momento ha inizio la vicenda.

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Il giovane comincia a frequentare lei e la sua cerchia di amici. Alba in quei giorni si innamora di Geronimo, ma lui dentro di sé sa che non è la persona che desidera avere al suo fianco, poiché  il suo amore dopo alcuni eventi si completa nelle braccia del fratello di Alba, il tenero Andrès Rodriguez. La loro particolare amicizia diviene “L’amore che non osa pronunciare il suo nome.” la frase diviene l’emblema del romanzo, e Vincenzo rimane talmente folgorato dalla citazione che la fa divenire una vera e propria sigla da utilizzare nelle sue opere letterarie. Fu il poeta Oscar Wilde a pronunciare queste parole, un uomo che venne processato e condannato a due anni di prigione per avere violato la legge penale che codificava le regole morali in materia sessuale. Sono trascorsi diversi anni da allora, eppure, non possiamo asserire che le cose siano del tutto cambiate.

È questo che porterà Vincenzo alla lotta contro l’Omofobia e a ogni forma di discriminazione. Attualmente è in stesura un nuovo romanzo che avrà come tema omosessualità e pedofilia, l’opera uscirà quasi certamente a fine anno.

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Biografia di Vincenzo Mazza

Vincenzo Mazza nasce a Torre del Greco (NA) nel 1972. Scrittore, Fumettista e Pittore entra nel mondo dell’arte realizzando opere pittoriche con una tecnica particolare utilizzando pezzi di legno al posto della comune tela per dipingere. Fa alcune mostre in varie location e musei, tra i quali il MAV Museo Archeologico Virtuale di Ercolano – Napoli, è conosciuto in tutto il mondo. A un certo punto della vita artistica Vincenzo scopre che la sua passione va in direzione del fumetto, ma ancora di più verso la scrittura. Nel 2009 si trasferisce a Roma e in quel periodo combinando il fumetto e la scrittura pubblica il suo primo romanzo, un fantasy dal titolo “STAR OF GOD e il Sigillo tra i due Mondi” l’opera difatti oltre alla storia narrata contiene anche scene fumettistiche.

Casabianca- Disseminazione Zola Predosa – Bologna

Si inaugura sabato 27 giugno alle ore 18.00 la mostra Casabianca – Disseminazione  con questo appuntamento dopo cinque anni (2010 – 2015) di lavoro Casabianca chiude il suo ciclo. Casabianca invita a partecipare alla Disseminazione gli artisti che per Casabianca sono transitati fisicamente e hanno contribuito al progetto di Anteo portando il loro lavoro e le loro intelligenze e il loro cuore e tutti quelli che hanno condiviso le parole e il cibo e il piacere di stare insieme; ma anche altri che non hanno avuto l’occasione  o il tempo di farlo e che conoscono Casabianca soltanto virtualmente. Gli artisti partecipano inviando un di-segno (a perdere). I di-segni saranno esposti tutti insieme a  Casabianca e destinati alla Disseminazione. Sul verso di ogni di-segno sarà apposto un timbro che porterà semplicemente la dicitura Casabianca/Disseminazione.  I di-segni non saranno firmati dagli artisti.  A fine serata le opere in mostra saranno disseminate: i presenti – pubblico e artisti intervenuti (presenza fisica) – potranno prendere e portare con sé uno dei lavori in mostra.  Disseminazione di Casabianca in altre case, in altri luoghi. I lavori in mostra non saranno riconducibili direttamente al loro autore agli artisti è richiesto l’anonimato, la rinuncia all’autorialità ma i nomi degli artisti che parteciperanno  alla Disseminazione saranno visibili in un elenco all’interno dello spazio espositivo insieme con il mio nome e con quello di Anteo, tutti in ordine alfabetico. In effetti si tratta di un progetto collettivo e il soggetto collettivo che risulterà agire Casabianca/Disseminazione è agenzia anarchica anonima per il lavoro spirituale (che esiste solo nel momento in cui agisce un progetto). Io dentro Disseminazione ci ho trovato una ventina di morfemi Di Disse iss ss se semi semina mi mina ina nazi azione zio io o nazione on ne e. Esporranno i seguenti artisti : Aiello Lelio Andersen Karin Andreco Andrea Andrighetto Aurelio Andrini Alessandra Angeli Arpo Ascari Emanuela Banchelli Francesca Banfo Maura Bartolomei Davide Batacchi Lisa Bellini Dario Berkowski Wolfgang Bernardi Francesco Bittente Alvise Bonacorsi Ivo Boresta Pino Cafarella Vittoria Caimmi Giovanna Cardarelli Francesco Carone Francesco Casadei Jacopo Cascone Roberto Cattani Annalisa Cenci Giulia Chiarini Silvia Contini Leone Coppola Irene Cristini Ermanno Crociani Andrea Cuoghi Corsello Curandi Katz D’Accardi Valentina De Mattia Giuseppe Della Valle Martina Delnevo Cinzia Di Bello Paola Dissabo Anna Enna Mimì Faessler Barbara Fantin Arianna Fantin Emilio Fenara Irene Finotti Francesco Fontana Elisa Gabos Otto Galegati Stefania Ganne Jean Baptiste Gasparini Marina Ghioni Eloise Giambi Patrizia Grossi Massimo Guerini Gian Paolo Guglielmi Nazzareno Hamerski Elena Jaurique Tlisza Lacchini Giulio Lenzi Sonia Leuci Lucia Magnani Melissa Malgeri Gianluca Manto Dacia Manzolli Daniela Medda Valentina Mercuri Maurizio Meyer Doerte Missoni Lorenzo Modica Concetta Nadia Antonello Niero Ludovica Norese Giancarlo Oberti Giovanni Pajè Mattia Paladino Simona Parisi Paolo Pasquini Stefano W Pergola Chiara Perjovschi Dan Pierobon Marta Piovaccari Luca Prevedello Fabrizio Puckey Thom Puddu Paolo Radovan Anteo Ramlov Gedske Revoltella Sarah Rivola Fabrizio Roberts Martina Romano Mili Rossi Sara Rostagno Letizia Sarti Giovanna Sancisi Gilda  Sapori Paola Sauer Eva Scarabelli Luca Smaldone Andrew Spagna Musso Daniela Spinelli Ivana Tirelli Sara Torregrossa Adriana T-yong Chung Vanden Ecker Jochem Vanni Eugenia Vanni Riccardo Vitone Luca Wheat Regan.

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MICHELE CHIOSSI IN CARRARA ARABESQUE PRESSO I SALOTTI DI PALAZZO DEL MEDICO CARRARA

Si inaugura sabato 27 alle ore 19.00 la mostra Carrara ARABESQUE di Michele Chiossi a cura di Kanchi Mehta presso I Salotti ,Palazzo del Medico di Carrara In collaborazione con la Galleria Ricci di Marialuce Ricci- Carrara. La mostra si potrà visitare fino al 2 settembre 2015. Michele Chiossi nelle sue forme scultoree celebra il Marmo – roccia metamorfica di origine naturale – e la Luce. Con estrema precisione, e in una sinergica combinazione, dà vita a una fusione di luce, pietra e ombre che, nel loro alternarsi interattivo, esaltano le sue installazioni suscitando nell’osservatore sensazioni visive simili a quelle provocate dalla pittura. Qui il marmo bianco di Carrara si fa tela su cui il neon si imprime come un gesto pittorico. Carrara Arabesque di Michele Chiossi è un’installazione aerea che vuole rendere esplicito omaggio (fin dal titolo) a Lucio Fontana, e nello specifico, alla sua celebre opera “Ambiente Spaziale”– Struttura al neon, esposta per la prima volta alla IX Triennale di Milano del 1951, ora posta Museo del Novecento a Milano. La scultura di Fontana fu sospesa al soffitto dello scalone centrale del Palazzo dell’Arte nella sede della Triennale: 100 metri di tubi al neon serpeggiavano lungo tutto il soffitto, in una spirale ininterrotta di curve di luce. Questo ‘ambiente spaziale’ ovvero ‘concetto spaziale’, voleva superare la distinzione tra scultura e pittura in una sintesi in cui forma, colore e spazio convergono. L’opera segnò l’inizio di una dimensione nuova per le installazioni scultoree della successiva generazione di artisti, dando via a quella ricerca luminosa e spaziale di artisti come Dan Flavin, Joseph Kosuth, Bruce Nauman, fino ai contemporanei Martin Creed e Tracy Emin. In questa esposizione Chiossi ha sospeso di nuovo al soffitto una nuova spirale in marmo di Carrara le cui linee a zig zag – tratto distintivo dell’artista si intersecano con l’acciaio inossidabile, mentre una luce al neon rosa, come un’ombra, emerge da dietro, creando un contorno che retroillumina la scultura stessa e, si diffonde nello spazio. Michele Chiossi crea una precisa frammentazione dell’Arabesco di Fontana e la fa ‘esplodere’ in sei segmenti sospesi al soffitto. Queste porzioni di opera divengono nuove sculture astratte ancorate al soffitto, ed é il neon rosa a separarli, mantenendone allo stesso tempo una continuità. L’architettura del Palazzo del Medico si rivela scenario perfetto per Carrara Arabesque di Chiossi: infatti in questo stile barocco, progettato dall’architetto Alessandro Bergamini, il Palazzo accoglie e si intreccia con l’opera, dando inizio a un viaggio concettuale e visivo.

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Oltre a questo grande intervento, fanno da orchestra altre opere dell’artista che ribadiscono e reinterpretano, nel segno dello zig zag e attraverso altri materiali, il medesimo motivo stilistico del celebre Arabesque. In Burning Arabesque l’artista ha usato la luce naturale delle candele, disposte nella medesima composizione luminosa, e fotografate su uno sfondo nero assoluto, sul quale la modulazione tonale delle fiammelle crea un ensemble di intensa drammaticità. Arabesque Carrara é una grande installazione composta di più elementi e ogni elemento fa vibrare l’osservatore nelle oscillazioni tra tempo e spazio, fra opera unica e segmenti, passato e presente, luce naturale e luce artificiale. L’artista sperimenta con le sue opere un’evoluzione fortemente ancorata alle radici territoriali: Carrara e il suo marmo, materiale dell’eccellenza; il Palazzo Del Medico… oltre a farsi tributo alla tradizione scultorea e alla stessa storia dell’arte contemporanea.

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I SALOTTI, PALAZZO DEL MEDICO DI CARRARA

MICHELE CHIOSSI IN CARRARA ARABESQUE

DAL 27 Giugno al 2 Settembre 2015

Info e Contatti : Barbieri & Ridet

C.so di Porta Romana 98

20122 Milano

Tel:+39-02/58.32.82.32

Fax:+39-02/58.32.56.25

email: info@barbieriridet.com

CORPORATE ART L’AZIENDA COME OGGETTO D’ARTE PRESSO LA GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI ROMA

Si inaugura giovedì 25 giugno alle ore 18.00 la mostra Corporate Art

L’azienda come oggetto d’arte presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. La mostra si potrà visitare fino all’11 di ottobre 2015.

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La mostra nasce in collaborazione con pptArt, prima piattaforma di crowdsourcing di arte, e con LUISS Creative Business Center, che hanno organizzato l’esposizione Corporate Art volta a valorizzare la relazione tra il mondo del business e la creatività artistica. L’obiettivo dell’esposizione è quello di recuperare la tradizione di collaborazione tra i due mondi, evidenziando i segnali recenti di una riscoperta delle potenzialità artistiche all’interno dei processi di marketing, responsabilità sociale e comunicazione aziendale. Molte aziende hanno risposto all’appello selezionando una o più collaborazioni con il mondo dell’arte aventi per oggetto la Mission o la Corporate Image aziendale. La Galleria, in collaborazione con pptArt, ha selezionato le proposte in base al valore artistico e alla rispondenza dell’opera d’arte con il DNA dell’impresa, escludendo opere commissionate in un’ottica di mecenatismo che non hanno legami con l’immagine aziendale. La mostra propone oltre settanta opere di artisti contemporanei italiani e internazionali, accanto ad opere realizzate da artisti storici italiani per le società Esso, Strega Alberti e Martini.Il percorso espositivo illustra la grande varietà di collaborazioni possibili tra artisti e aziende. Oltre a motorini, biciclette e automobili personalizzate a mano, una delle collaborazioni più frequenti riguarda il packaging di prodotti ispirato ad opere d’arte come nel caso di cioccolatini, carte di credito e oggetti di lusso. Un secondo filone include le opere d’arte celebrative di momenti particolari della vita aziendale (lancio di nuovi prodotti, operazioni straordinarie, anniversari, etc.). Una menzione particolare meritano le “icone”, ovvero le rappresentazioni spontanee di marche e prodotti aziendali nei lavori degli artisti. Ma l’arte è anche creatività che non si presta a facili classificazioni, come il “ritratto professionale di manager”, i gadget d’artista, le opere realizzate per ispirare un video pubblicitario o per il lancio di un conto corrente.

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Lista delle aziende partecipanti:

American Express, Archivio Storico Martini & Rossi, Banca Ifis, Bianconero, Caffarel, CicliArt, Comieco, ESSO, Fondazione Piaggio, Itway, La Marzocco, M’ama.Art per Azienda Agricola Cerulli Spinozzi, McCann per Poste Italiane, Montblanc, Museo di Portofino per Porsche, Poltrona Frau, Sisal, Strega Alberti, Telecom Italia Sparkle.

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Lista degli artisti partecipanti:

Afro Basaldella, Aidan, Sarah Arnett, Daniele Basso, Riccardo Bernucci, Peter Blake, Stefano Bolcato, Alex Braga, Romero Britto, Leonetto Cappiello, Carlo Cecchi, Bruno Ceccobelli, Gianluigi Colin, Eugenio Colmo, Valentina De Martini, Walter Di Giusto, Baldo Diodato, Matilde Domestico, Flavio Favelli, Sidival Fila, Riccardo Fortuna, Beppe Giacobbe, Emanuele Giannetti, Matteo Giuntini, Renato Guttuso, Beppe Guzzi, David Harber, Mimmo Iacopino, Hara Katisui, Giancarlo Lepore, Lobulo, Marco Lodola, Mario Mafai, Chicco Margaroli, Paolo Masi, Peter Max, Alexander McQueen, Poonam Mistny, Maurizio Mochetti, Riccardo Augusto Moro, Maurizio Nannucci, Ugo Nespolo, Gianni Novak, Mimmo Paladino, Enrico Paulucci, Antonio Politano, Concetto Pozzati, Pino Procopio, Sandro Properzi, Marcello Reboani, Giuseppe Riccobaldi, Pietro Ruffo, Tom Sachs, Giuseppe Santomaso, Guido Scarabattolo, Antonio Pio Saracino, Marco Schifano, Skenè, Emilio Tadini, Croce Taravella, Marco Veronese, Lorenzo Vespignani, Willow, Peter Yuill, Olimpia Zagnoli, Fabrizio Folco Zambelli.

Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Viale delle Belle Arti, 131

Corporate Art – L’azienda come oggetto d’arte

Dal 26 giugno all’11 ottobre 2015

Info e Contatti : Tel. 06-32298328

gan-amc.uffstampa@beniculturali.it

www.gnam.beniculturali.it

BAUHAMAS. LA STORIA DI MILES DI LAURA GRASSI GUIDA

Domenica 28 giugno sarà presentato il libro BAUHAMAS. La storia di Miles di Laura Grassi Guida Edito da Valentina Edizioni presso Baubeach di Maccarese – Roma . Può la tua vita cambiare trasformandosi in un sogno? E’ quanto è successo realmente ad un bassotto e può succedere ad ognuno di noi. Basta avere un atteggiamento positivo e una mente aperta anche nelle situazioni più difficili. Questo è il messaggio, tratto da una storia vera, che Laura Grassi Guida, pubblicitaria free lance, pittrice ed esordiente autrice, vuole comunicare a tutti. Lo fa raccontando, in un libro pubblicato da Valentina Edizioni, il suo folgorante incontro con Miles, un cagnolino compagno di mille avventure, trovato per caso in un negozio di animali alle Bahamas. Bauhamas, la storia di Miles, approda al BauBeach di Maccarese con l’autrice e bassotto in veste di relatori e “docenti” di un laboratorio jnterattivo per piccoli globe-trotter dal titolo Bahamas e Bassotti. Nel 2009, già da tre anni trasferitami da una metropoli in un’isola delle Bahamas – racconta l’autrice – entro per caso nel “Dragonshop” di Nassau per regalare degli uccellini a mio figlio. In un angoletto vedo in una gabbia un bassotto che stava lì da un anno e che nessuno voleva comprare. Ho pensato ad un segno del destino: ultimamente mi capitava di disegnare – per passione e per lavoro – anche bassotti. Quello che mi colpì fu il suo atteggiamento: nonostante passasse tutto il tempo in uno spazio ridotto, era un animale felice e dimostrava il suo affetto a prescindere. Quando mi avvicinai a lui fu come se ci conoscessimo da molto tempo e non esitai a prenderlo con noi. Ci volle del tempo per abituarlo al nostro affetto e, soprattutto fargli prendere parte al mondo vero, ma poi fu come avere un nuovo figlio e, soprattutto, un compagno di mille peripezie. Il piccolo messaggio per grandi e piccini è che quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, bisogna avere fiducia: la vita prima o poi a tutti regala un incontro fortunato. Colori pastello che ritraggono trasparenti acque caraibiche e vegetazioni tropicali, buffi ritratti di animali tipici del luogo quali mahi mahi, aragoste e conch, il delizioso libro è anche un’occasione per apprendere gli usi e i costumi di un incantevole paradiso non solo per turisti.

Miles e Laura

La trama. Rinchiuso fin dalla nascita in una gabbia spaziosa quanto una lavatrice, il piccolo Miles non poteva certo pensare a una vita diversa o immaginarsi cosa mai ci fosse al di là di quelle grate. Ma proprio quando meno se lo aspettava, il destino ci mise il suo zampino e cambiò la sua monotona vita! Grazie a un incontro fortunato, Miles conobbe la sua nuova (ed unica) famiglia, vivendo finalmente all’aria aperta rocambolesche quanto fantastiche vicende. Dall’amicizia con lo squalo fino alla corse in golf car con il primo amore canino. Un viaggio lungo quattro anni che continua ancora oggi, ora che Miles si è trasferito dall’altra parte dell’Oceano, nella città eterna, e che sarà sicuramente spunto per nuove e simpatiche disavventure-avventure.

Laura Grassi Guida

Breve biografia di Laura Grassi Guida
Free lance pubblicitaria di professione poi divenuta pittrice, Laura Grassi Guida ha studiato all’Istituto Europeo di Design di Roma. Eclettica e creativa, ha collaborato con architetti e interior designer in Italia e all’estero. Ha vissuto alle Bahamas, dove l’incontro folgorante con il bassotto Miles ha ispirato questa storia
Scheda
Titolo: Bauhamas. La storia di Miles
Autrice: Laura Grassi Guida
Editore: Valentina Edizioni
Uscita: novembre 2014
ISBN: 9788897870395
Categoria: Album illustrato
Confezione: cartonato
Pagine: 40
Prezzo: 12,00 euro
Età: 3-7

BAUBEACH Via Praia a Mare snc – Maccarese (RM)
www.baubeach.net
Infoline : 06 81902352 – 3492696461 – 333 8372200 – 339 3614861 -3337996267
Facebook (Gruppo):  Amici del Baubeach

MICHELE PERO IN LA DOLCE VITA MADE IN GERMANY

Si inaugura sabato 4 luglio alle ore 18.00 la mostra La Dolce Vita Made in Germany di Michele Pero con il Patrocinio del Comune di Poppi- Arezzo presso il Castello dei Conti Guidi di Poppi –Arezzo. La mostra precedentemente ospitata presso la prestigiosa sede del chiostro della chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze, sarà quindi accolta in un’altra sede antica di notevole interesse storico e architettonico, qual è appunto il Castello dei Conti Guidi si potrà visitare fino al 2 agosto 2015. Germania, Italia, Giappone. Tre Paesi accomunati dallo stesso destino, all’alba della fine della guerra del 1945: tre Paesi rasi al suolo. Anni ‘80. In Italia arrivano tedeschi, in massa, a trascorrere le vacanze nel Bel Paese. Hanno le tasche piene di soldi da spendere, la loro industria è già un riferimento di eccellenza per la precisione e la qualità dei prodotti. Con La Dolce Vita Made in Germany, Michele Pero, fotoreporter e artista, racconta una Germania spogliata dei luoghi comuni che la dipingono come abnegazione alla produzione, efficienza grigia, organizzazione priva di sentimento. Le 48 stampe in bianco e nero alla gelatina d’argento, fotografie scattate fra il 2012 e il 2014 ed esposte in questa occasione, raccontano “l’altra Germania”, la Germania in cui l’organizzazione, l’efficienza, il rispetto per gli altri e per il bene comune sono semplicemente un modo per vivere meglio, valorizzare i momenti di svago e riposo, godersi la vita. Gli ampi Biergarten, le strade pulite, le architetture temerarie e al tempo stesso a misura d’uomo sono qui celebrati come i “luoghi del cuore” dell’artista, il riflesso geografico di un’isola felice che è, in realtà, soprattutto interiore. La mostra fotografica di Michele Pero è un’esperienza attraverso cui vedere con occhi diversi quella che è definita oggi la “Locomotiva d’Europa”, dando modo di percepire le diverse sfaccettature di una società complessa, rispettata ma anche guardata con sospetto. Attraverso la specificità dell’allestimento, i materiali utilizzati, la scelta di mostrare la fotografia senza alcun elemento protettivo, e quindi senza alcuna interposizione fra immagine e fruitore, fanno sì che le fotografie in mostra non siano semplicemente guardate ma vissute, introiettate al fine di divenire esperienza personale.

Noi siamo i Bavaresi

 

 

Biografia di Michele Pero

Michele Pero inizia la sua carriera negli anni ’90 come fotografo commerciale tra Firenze e Milano. L’amore per il fotogiornalismo lo spinge nei Balcani: Croazia, Bosnia, Albania, Kosovo. Fotografa i conflitti che si succedono in quella regione. Nel 2012 è in Siria, durante i bombardamenti su Aleppo. Pubblica ed espone le sue storie in Italia e all’estero. Ha insegnato fotografia per oltre 15 anni a migliaia di studenti, provenienti da tutte le parti del mondo. Nel 2002 fonda la scuola di fotografia professionale TheDarkroom, ceduta nel 2014, oggi riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione. Da alcuni anni è tornato a fotografare in pellicola in bianco e nero e al lavoro in camera oscura. Stampa le sue opere personalmente su carta baritata alla gelatina d’argento ed espone dal vivo.

Festa mobile

 

Castello dei Conti Guidi

Piazza della Repubblica 1, Poppi –Arezzo

La Dolce Vita Made in Germany – Personale fotografica di Michele Pero

Dal 4 luglio al 2 agosto 2015

Orari: lun – dom dalle ore 10 alle 19

Ingresso 5 euro con visita al Castello

Info e Contatti:

http://www.michelepero.it/

Ufficio Cultura e Turismo, Roberto Salvi

http://www.comune.poppi.ar.it

info@castellodipoppi.it

 

 

 

 

 

Contatti press

Responsabile Promozione e Comunicazione: Chiara Reale

Mail chiara.reale81@gmail.com

Tel (+39)3805899435