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Pacific Rim: Robottoni, mostri e tanto amarcord

Per quelli come me che hanno tra 35 e 40 anni, cresciuti a pane, nutella e robottoni, questo film, almeno in parte, costituisce il coronamento di un sogno lungo almeno 20 anni. Del Toro riesce a mettere insieme tutti gli ingredienti di una saga robotica che si rispetti: Sofferenza, amore, eroismo, vendetta, azione e tante tante botte.

La storia e semplice. Da un portale dimensionale sul fondo dell’oceano escono fuori mostri giganteschi alti 70 metri che mettono a ferro e fuoco la terra.

Agli umani non resta altro che costruire robot altrettanto grandi da poter competere per forza e imponenza con i kenjou.

All’inizio sembra andare tutto bene ma poi i mostri cominciano ad avere il sopravvento e l’esercito si trasforma in resistenza nell’ultimo baluardo dell’umanità costituito ad Hong Kong mette a difesa degli umani gli ultimi Jaeger rimasti. Una storia avvincente, davvero, ma il regista dimostra di aver pescato a piene mani nelle varie saghe robotiche del sol levante.

I paragoni sono semplici e si sobbalza dalla sedia quando si parla di “sincronia” tra i piloti e i robot e di connessione neurale, io ho visto in questo un chiarissimo riferimento a Evangelion, anche perchè i mostri escono con una “frequenza” regolare, che ad un certo punto diventa anche prevedibile, come l’arrivo degli “angeli” in Evangelion.

Il mecha dei robot è un miscuglio tra la già citata Evangelion, e le serie Gundam e Macross (la testa di Gipsy Danger è praticamente identica a quella del Gunacannon). Tuttavia Del Toro pesca anche nelle serie classiche di Nagai (la testa del Gipsy che si aggancia al resto del robot non può non ricordare i vari Mazinger Z o Great Mazinger) alcune armi vengono chiamate a gran voce come nei cartoni classici giapponesi un arma particolare mi ha fatto molto pensare a Mazinger Z, il rocket elbow (sarebbe stato più bello chiamarlo rocket punch).

Mostri che arrivano e attaccano dal centro della terra come dalla tradizione tipica nipponica (Impero Yamatai, Micene ecc.)

Tralasciando altri riferimenti devo dire che il film è realizzato in maniera impeccabile, la CG è la migliore che abbia mai visto per un film del genere e i combattimenti sono molto molto belli e realistici (quasi sempre notturni o in condizioni di scarsa visibilità)

Non potevamo aspettarci chissà cosa dalla trama, piuttosto scontata, ma da questi film ci si aspettano altre cose.

L’eroe sconfitto che ha perso tutto incontra l’eroina ansiosa di vendicare la sua famiglia e insieme trovano la sincronia perfetta per pilotare il robot e salvare il mondo (Gakeen, il robot magnetico)

Colpi di scena a non finire, battaglie fragorose e realistiche, un film sui Robot che porta in scena tutto quello che ci si aspettava da un film sui Robot.

Chi è stato amante del genere, chi è appassionato di questo tipo di anime deve assolutamente vedere questo film.

Bravi gli autori, bravo il regista e bravi i produttori. Un gran bel lavoro.

E ora, Mazin GO!

Se volete potete guardare anche la VIDEORECENSIONE:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=bC8ppeVnECU]

Quando c’era Berlinguer – recensione

Un documentario che racconta, a trent’anni dalla morte, la vita politica di un uomo che ha scritto una (bella) pagina della storia d’Italia; amato e rispettato non soltanto da coloro che negli anni ‘70/’80 votavano il partito comunista italiano, ma anche da tutti quelli che credevano in un possibile rinnovamento della società basato, anche, sull’accordo tra le parti attraverso il “compromesso storico” e su valori veri quali l’onestà, la correttezza, la tutela dei diritti, la difesa delle fasce più deboli. Maggiori informazioni

Ad avellino Maurizio Vitiello presenta “Cavalcando la coda della Crisi”

Sabato 12 Aprile 2014,  alle ore 17,30, al Centro Culturale “L’Approdo” Via Matteotti, 31 – 83100 Avellino ( tel/fax 0825.37838; e-mail: galleria.lapprodo@libero.it) sarà inaugurata la mostra, curata dal sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, intitolata “Cavalcando la coda della crisi con opere recenti, cm. 40×40, di Luisa Bergamini, Lucia Buono, Alfredo Celli, Alfredo Cordova, Giuseppe Cotroneo, Maria Pia Daidone, Matteo Fiorentino, Mario Lanzione, Franco Lista, Vincenzo Montella, Achille Quadrini, Myriam Risola, Antonio Salzano, Nino Perrone, Esilde Rendina, Rino Vellecco qualificatissimi operatori e bravissime artiste provenienti dall’Emilia-Romagna, Molise, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio.  Maggiori informazioni