Luca Carboni il 21 novembre inaugurerà “Rio Ari O”, una mostra che si terrà presso il Museo della Musica di Bologna
Il 21 novembre, Luca Carboni, dopo il tumore, inaugurerà presso il Museo della Musica di Bologna “Rio Ari O”. L’evento sarà da lui allestito per celebrare i suoi 40 anni di creatività (il suo primo disco uscì nel 1984). La mostra celebra l’introduzione del suo primo successo “Ci stiamo sbagliando”. E’ stato lo stesso artista a comunicarlo stasera con un post su Facebook. L’iniziativa di Bologna Città della Musica UNESCO è organizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna con il patrocinio del Comune di Bologna e in collaborazione con Emil Banca e Manifattura Ceccarelli. Prodotta da Elastica e curata dal giornalista e critico d’arte contemporanea Luca Beatrice. L’esposizione celebra la coniugazione tra musica e arte visiva. Difatti, verrà mostrato come ogni album di Carboni, sia stato accompagnato da una produzione caratterizzata da disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ad ogni suo brano, concerto o tour. Sarà possibile visitare l’esposizione fino al 4 febbraio.
Carboni dichiara…
“La pittura ha accompagnato tutti questi miei anni di musica come un diario di immagini e visioni: personale, intimo, privato, mai messo in mostra, fatta eccezione qualche disegno finito sulla copertina di dischi.”
L’intervista del Corriere della Sera
Un paio di settimane fa aveva dichiarato al Corriere della Sera di essersi allontanato dalle scene a causa di un tumore. Il cantautore ha affermato che anche se ad oggi si vive in un mondo in cui viene comunicata ogni cosa, lui ha deciso di seguire il suo istinto, il suo carattere. Ha preferito mettersi da parte, staccare i contatti con i social e concentrarsi su quanto gli stava accadendo. Il tumore al polmone destro gli fu diagnosticato a marzo del 2022. Carboni decise di fare una lastra a causa di una tosse che non andava via. Per il cantautore è stato uno choc, perché pensava, come ognuno di noi, che a lui non toccasse mai. Al momento dell’ardua notizia, Carboni stava incidendo un album di cui aveva già definito 10 pezzi, il singolo “Il pallone” e un altro a cui è profondamente legato, scritto nel 1986 per proporlo a Vasco, ma che poi aveva deciso di incidere da solo. Il tumore era difficile, da operare. Luca ha dovuto seguire un ciclo di chemio terapia che ha fatto sì che il tumore si riducesse tantissimo, per poterlo poi asportare. Fortunatamente non c’erano metastasi, dopo l’intervento si è proseguito con l’immunoterapia. “Il tumore non è un esperienza individuale, ma collettiva. Non puoi sentirti guarito se non è guarito l’altro, la persona che avevi a fianco mentre facevi le flebo. In questi anni ho pregato per me, ma anche per chi condivideva il mio stesso percorso. Come un mio amico dell’isola d’Elba, che ha scoperto il mio stesso male ma non ce l’ha fatta.”
Carboni e la fede
Carboni è cresciuto in una famiglia cattolica, ma per un certo periodo aveva allontanato la fede, per poi ravvicinarsi da adulto, prima della malattia. Quest’esperienza gli ha consentito di rafforzare la sua fede.
Carboni ha sempre scelto di non esporsi eccessivamente, di non essere un protagonista. Il cantautore ha sempre amato collaborare con gli altri, anche con artisti sconosciuti per curiosità e disponibilità.
Luca Carboni, non legato soltanto a Vasco Rossi, ma anche a Lucio Dalla
Il cantautore ha infatti affermato di essere lui stesso, figlio della curiosità e della generosità, quella per l’appunto, di Lucio Dalla. All’età di 20 anni, Carboni si era convinto che per arrivare agli altri non bisognasse inviare audiocassette che nessuno avrebbe ascoltato, era più di impatto inviare una pagina scritta. Decise quindi di inserire i propri testi in una busta per Ron e li consegnò a Vito, titolare di un’osteria di Bologna dove andavano tutti i cantanti che apprezzava. Quella sera al locale erano presenti Lucio e gli Stadio, il fenomeno bolognese, prese la busta, distribuì i fogli agli altri e apprezzò immediatamente quei testi. Sulla busta Carboni aveva scritto il proprio numero di casa, Lucio si alzò per prendere il telefono ed effettuare quella chiamata. Dopo un primo momento di smarrimento, nel corso del quale Carboni non sapeva che fare, prese coraggio e si avvicinò a quel tavolo, incoraggiato dalla sorella. Gli artisti già affermati, fecero sedere il giovane Luca Carboni con loro, sembrava un sogno. Dalla lo invitò in studio, Carboni su sua indicazione fece sentire agli Stadio come avrebbe cantato dei brani scritti per loro. Lucio lo registrò, gli disse che sembrava De Gregori, un complimento immenso. Carboni inizialmente si vergognava, ma grazie proprio a quel lancio, nel tempo, è riuscito a vendere cinque milioni di dischi.