Il Miglio d’Oro, Napoli ed il Vesuvio: i paesaggi e le suggestioni di oltre mezzo secolo fa rivivono nella mostra di Carlo Montarsolo, importante pittore italiano di fama internazionale che ha vestito i panni di ufficiale dell’Aeronautica militare. La personale dall’evocativo titolo “Impressioni vesuviane” sarà inaugurata domenica 13 novembre con il vernissage in programma alle ore 18.00 presso le Scuderie di villa Favorita ad Ercolano. Iniziativa dalla considerevole valenza culturale, porta la firma di Pasquale Lettieri, Ermenegildo Frioni e Marcello Palminteri, autorevoli curatori d’arte che hanno organizzato mostre e rassegne culturali di rilevanza nazionale ed internazionale. La manifestazione é organizzata da FriArte – Roma in collaborazione con l’associazione Montarsolo e con l’assessorato alla Cultura del Comune di Ercolano, guidato dal sindaco Ciro Buonajuto. Importanti i patrocini del Mibact, dell’ Accademia delle belle arti di Napoli e dell’Accademia delle belle arti “Fidia”, della Regione Campania e della Città Metropolitana di Napoli. Corredata da un elegante catalogo in italiano ed inglese, con i testi dei curatori Ermenegildo Frioni, Pasquale Lettieri e Marcello Palminteri con testi critici di Luigi Caramiello, Giovanni Cardone e Franco Lista la mostra potrà essere visitata fino al 23 novembre 2016. In occasione del vernissage, ai momenti musicali affidati al violino di Davide Fusco, al pianoforte di Francesco Sorrentino ed alla voce del soprano Pina Iesu si aggiungeranno gli interventi del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto e del consigliere regionale Pasquale Sommese. “La mostra – evidenzia Pasquale Lettieri, ricostruisce, attraverso opere rappresentative provenienti da collezioni pubbliche e private, i vari momenti dell’esperienza creativa di Montarsolo: propone cioè, quel processo di lenta e silenziosa crescita, partendo dalle opere realizzate in quell’aria di novità che si inspirava nel triangolo Miglio D’Oro/Vesuvio/Napoli negli anni Cinquanta, vivificata dalle tensioni sobillate dalle attività e dalle aperture internazionali, avviate qualche secolo prima dal Vedutismo e poi dalle figure che disegneranno la silhouette delle Avanguardie Storiche. Un momento ricco di personalità e di situazioni che proiettano Napoli nel circuito delle esperienze europee, allertando una tensione che ritrova, negli anni Settanta, in quel breve periodo di ritorno alla pittura, il suo maggiore sviluppo in senso di apertura dialettica verso la sfera della sperimentazione, proiezione di quel progetto di avanzamento, di sentita ed effettiva connessione del pittore con gli sperimentalismi e l’ambiente avvertito quale spazio della propria identità esistenziale. Un’opera segna sempre un nuovo confine, una finestra che si apre al mondo, una soglia oltre la quale andare con l’emozionato respiro che accompagna la scoperta. Carlo Montarsolo lavora su questo confine, regalandoci pagine di pittura, di quella alta che non perde lo spirito e la volontà di dialogare con la quotidianità del mondo, cioè di dichiarare la sua necessità del presente: una pittura che non è solo la celebrazione dell’enigma della visibilità, bensì partecipata testimonianza, ossia azione diretta orientata a smuovere le nostre coscienze.”